Ue-Italia: nuovo scontro sui conti. Juncker: "Bisogna essere rigidi"

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Di Stefania De Michele
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La replica di Salvini: "Nessuno si beve le minacce del presidente della Commissione Europea".

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L'Italia vista dall'Unione Europea è una bomba da disinnescare.

Pronta ad esplodere perché governata dai sovranisti, pericolosa perché ogni giorno più lontana dai parametri economici del Patto di Stabilità.

La disputa si inasprisce dopo l'ennesimo affondo del presidente della Commissione Europea: "Bisogna essere rigidi - ha detto Jean Claude Juncker durante la riunione dell'Eurogruppo in Lussemburgo - se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro". Una mina vagante, insomma, da far brillare prima possibile e il conto alla rovescia fissa la deadline tra due settimane: il tempo per l'esecutivo Conte di mettere mano a una manovra meno aleatoria.

Quello che non piace a Juncker è il deficit portato al 2,4% per drenare risorse destinate a reddito di cittadinanza e flat tax, le misure promesse dagli alleati di governo in campagna elettorale. Immediata la replica di Matteo Salvini: "In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini - ha dichiarato il vice premier - basta minacce e insulti dall’Europa, l’Italia è un paese sovrano".

Anche il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, rientrato in anticipo a Roma, ha risposto al presidente della Commissione Europea: "Non ci sarà nessuna fine dell’euro".

I mercati sono però in fibrillazione e la borsa, dopo un venerdì nero, non ha recuperato e ha chiuso in calo. Lo spread è salito nuovamente a quota 282 punti.

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