Un paese devastato dal genocidio, il Ruanda. Poi, nel 2007, a Kigali, apre la prima galleria d'arte, l'Ivuka's Art Center. E da allora è tutto un fiorire di giovani artisti, che esprimono le loro emozioni e guadagnano da vivere per sè e per le famiglia.
Ruanda, la "terra delle mille colline"
In questo processo di ricostruzione del paese, l'arte, la musica e la danza sono diventati strumenti importanti per riprendersi dalla tragedia e dal risentimento.
E' il caso della Galleria d'Arte "Ivuka's Arts", a Kigali, la capitale del Ruanda.
"Questo centro è un incubatore creativo per i giovani che si uniscono nel nome della cultura, e si esprimono attraverso diversi mezzi d'arte", spiega Collin Sekajugo, co-fondatore di "Ivuka's Arts".
"La visione di Ivuka è quella di dare il benvenuto ai giovani in uno spazio, un ombrello protettivo sotto cui tutti sono i benvenuti. Indipendentemente dal loro colore, background, fede, razza, classe sociale. Allo stesso tempo, con l'arte, apprendono un lavoro, per provvedere a se stessi, alle loro famiglie e a educare i figli. E per mettere del cibo in tavola", continua Collin Sekajugo.
"Equando dai uno sguardo a tutta la galleria, puoi vedere una notevole varietà di arte, creata dagli artisti che lavorano qui con noi", dice il co-fondatore di "Ivuka's Arts".
"Ivuka's Art Center" è stata la prima galleria d'arte ad aprire a Kigali dopo il genocidio tra Hutu e Tutsi, nel 2007.
Il centro è stato inizialmente concepito per scopi di ricostruzione e di cura della comunità. Ben presto è anche diventato il terreno fertile della rinnovata scena artistica di Kigali.
Ispirati da Ivuka, altri artisti hanno aperto le loro gallerie d'arte, almeno una mezza dozzina, dedicandosi a sviluppare i talenti artistici della zona.
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Grazie all'esempio del co-fondatore di Ivuka's Art, Collin Sekajugo**, nato in Uganda, ma con radici familiari in Ruanda, oggi sta fiorendo una nuova generazione di artisti contemporanei ruandesi.
Non sottovalutiamo l'importanza dell'arte e della cultura: avrà un ruolo importante nella rinascita del Ruanda, paese che porta ancora i segni del genocidio, ma che fortunatamente sta vivendo una periodo di grande ripresa economica.