Boom economico in Ruanda: anche grazie al Giappone

Boom economico in Ruanda: anche grazie al Giappone
Di Serge Rombi
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La rinascita economica e sociale del Ruanda, uno dei paesi più poveri dell'Africa fino a poco tempo fa, sembra inarrestabile. E grazie anche alla cooperazione con il Giappone, iniziata prima del Genocidio. Una scuola professionale di Tumba sforna tecnici che lavorano e sognano un paese migliore.

Dopo il genocidio, il Ruanda è ripartito

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TUMBA (RUANDA) - Qui a Tumba, nel nord del Ruanda, scopriremo un'iniziativa giapponese unica: una scuola, "Rwanda Polytechnic - IPRC Tumba", che forma tecnici di alto livello per soddisfare le esigenze di questo paese, in piena espansione economica.

L'insegna del Rwanda Polytechnic.

Il Ruanda è un piccolo paese dell'Africa centro-orientale, con appena 11 milioni di abitanti.
Indipendente dal Belgio dal 1962, è stato considerato uno dei paesi più poveri del Continente Nero, ma ora il suo boom economico - partendo da un punto molto basso - sembra inarrestabile e la sua crescita economica vertiginosa.

24 anni dopo la fine del Genocidio tra Hutu e Tutsi, terminato ufficialmente il 18 luglio 1994, il Ruanda è al secondo posto nella classifica di Doing Business in Africa (alle spalle delle Isole Mauritius).

"Questa scuola di Tumba è diventata un punto di riferimento, in Ruanda, ma anche in tutta l'Africa orientale", spiega l'inviato di Euronews, Serge Rombi.
"La forza di questo istituto è insegnare materie tecniche specifiche, che soddisfano perfettamente le esigenze di un paese come il Ruanda, per sostenere e sviluppare la sua crescita economica, creare posti di lavoro, nuovi progettie suscitare nuove vocazioni".

Serge Rombi conduce "Global Japan".

Una lunga collaborazione tra Giappone e Ruanda

La collaborazione giapponese a Tumba risale ai primi anni 90. Dopo il genocidio, JICA - l'agenzia di cooperazione internazionale giapponese - ha rilanciato progetti in settori chiave: informatica, elettronica, telecomunicazioni e energie rinnovabili.

"L'infrastruttura in fibra ottica è distribuita in tutto il paese, stiamo formando le persone in questo campo", spiega Rita Clemence Mutabazi, Preside della scuola IPRC di Tumba.

"Abbiamo bisogno della manutenzione dei nostri dispositivi IT, questo è quello che stiamo facendo qui con le gare tecnologiche degli studenti".

Una scuola molto "pratica"

Tra il 2007 e il 2018, i tecnici giapponesi sono venuti qui regolarmente.
L'IPRC di Tumba è una filiale regionale del Rwanda Polytechnic: è un'istituto post-diploma, gli studenti vi entrano dopo i 18 anni.
Negli ultimi dieci anni, quasi 2000 giovani si sono laureati. Uno scambio particolarmente fruttuoso. Perché i giapponesi hanno condiviso il loro know-how tecnico, ovviamente, ma anche perché hanno inserito un loro metodo d'apprendimento.

"Qui facciamo più pratica, più di altre scuole... Quindi sono fortunata ad essere qui", dice la studentessa Liliane Uwera. "Quando vieni qui, impari molto. In questo modo sto cercando di aiutare il mio paese il più possibile".

Diversi studenti di Tumba hanno anche colto l 'opportunità di recarsi in Giappone come parte dell'ABE Initiative, un programma del governo giapponese che consente ai giovani africani di conseguire un master e svolgere tirocini nelle aziende.

"I giovani lavorano per lo sviluppo del paese"

Per capire meglio l'impatto di questa scuola, andiamo in direzione di Kigali - la capitale del Ruanda, "la città più pulita dell'Africa", dice Serge Rombi - per incontrare il rappresentante di JICA. Per lui questo progetto è un vero successo.

"Il tasso di occupazione è superiore al 75% e il tasso di soddisfazione è superiore all'85%", commenta Hiroyuki Takada, responsabile dell'ufficio JICA in Ruanda.

Gli obiettivi dei progetti JICA sono sia economici che sociali. Due elementi chiave in questo paese, cresciuto di quasi l'8% l'anno dall'inizio degli anni 2000. Questo ovviamente contribuisce allo spirito di riconciliazione nazionale.
Il Genocidio ha lasciato tracce indelebiili nella storia e nel territorio del paese, feriti impossibili da cancellare e soltanto leggermente mitigate dalle migliorate condizioni di vita degli ultimi anni.

"Ho avuto molte possibilità di parlare con i giovani in Ruanda e sono molto impressionato dal fatto che molti giovani siano disposti a contribuire allo sviluppo del paese, usando le loro capacità e conoscenze acquisite con lo studio", continua Hiroyuki Takada.

E si trova subito lavoro!

Nella fabbrica di elettronica Sahasra viene prodotta l'ultima generazione di illuminazione a LED. Vi lavorano 27 persone. 10 sono ex allievi della scuola di Tumba.
Tra questi, Charlotte, 26 anni. Come i suoi compagni di classe, non ha avuto problemi a trovare lavoro.

"Da Tumba, sono venuta qui prima per uno stage. Dopo, il mio capo mi ha dato un lavoro. Quindi, dal 2015 fino ad oggi, sto ancora lavorando qui, come ingegnere di produzione", racconta l'ingegner Charlotte Twahirwa.

...e si diventa imprenditori

Claude Simbi è un altro laureato di Tumba. Subito dopo la laurea, nel 2010, ha creato la sua azienda specializzata in impianti di telecomunicazioni. Una passione per l'imprenditorialità che attribuisce alla sua esperienza con gli esperti giapponesi.

"Ci hanno dato questi strumenti, ci hanno dato alcuni consigli... Avevamo un grande desiderio di imparare dai giapponesi", spiega Claude Simbi, proprietario dell'azienda Promo Engineering.

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L'azienda di Claude è piena di lavoro. E continua ad assumere. Fino a 40 persone, a seconda delle commesse che ottiene.

"Provo soddisfazione quando vedo quello che sto facendo, crescendo e guardando le persone, guadagnando denaro, avanzando e portando del lavoro anche al di fuori del paese", continua Claude Simbi.
"Ma non è solo per denaro, è molto di più!"

Il senso della cooperazione Giappone-Ruanda.

Appuntamento in Egitto

"E' davvero tutto per questo episodio di Global Japan qui in Ruanda", saluta il nostro inviato Serge Rombi.
"Ci vediamo il mese prossimo al Cairo...
Scopriremo come il Giappone condivide la sua esperienza nel restaurare gli antichi tesori dell'Egitto. A presto
!"

p.s. Abbiamo fatto le riprese con il drone....vedi il profilo Twitter di Serge Rombi.

Risorse addizionali per questo articolo • Edizione italiana: Cristiano Tassinari

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