Benalla: "Mai stato il bodyguard di Macron"

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Di Euronews Agenzie:  ANSA
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L'ex collaboratore del Presidente francese è comparso davanti alla commissione d'inchiesta del Senato

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Si è aperta a Parigi l'audizione di Alexandre Benalla, l'ex collaboratore del presidente Emmanuel Macron indagato per le violenze del primo maggio nella capitale francese. Sconosciuto fino a pochi mesi fa, Benalla è diventato un caso nazionale a causa dei suoi legami da chiarire con l'inquilino dell'Eliseo.

La commissione d'inchiesta del Senato vuole capire quale fosse esattemente il suo ruolo nella protezione del presidente, visto che questo mansione non spettava a Benalla ma all'unità d'élite della sicurezza francese.

REUTERS/Gonzalo Fuentes

"Mai stato un poliziotto o una guardia del corpo"

Benalla ha garantito di non essere "mai stato un poliziotto o una guardia del corpo" di Macron. L'ex fedelissimo del presidente si è scusato anche per i suoi attacchi contro il Senato ("nessun rispetto", aveva detto in un'intervista, mentre ora dice di avere un "totale rispetto" per l'istituzione) nonché il presidente della stessa commissione d'inchiesta Philippe Bas che aveva definito un "piccolo marchese".

"Sono parole uscite dal contesto - ha dichiarato oggi il ventiseienne, con gli occhiali da vista, in giacca e cravatta scura dinanzi ai senatori -. So che alcuni sono rimasti offesi, scioccati". Ma "ho percepito a un certo punto una accanimento mediatico, politico, ho avuto l'impressione che si stessero usando le istituzioni del nostro paese per fini politici e mediatici".

La smentita sul porto d'armi

Per giustificare il possesso di un'arma (una pistola Glock 43), nonostante non facesse parte dei due servizi di protezione ravvicinata del Capo dello Stato durante i suoi spostamenti pubblici e privati, Alexandre Benalla ha affermato che il possesso dell'arma "non era legato alla sicurezza del Presidente della Repubblica, ma alla sua sicurezza personale". "Può darsi che sia successo che avessi una pistola con me" durante gli spostamenti di Macron, ha ammesso Benalla, che però ha cercato di minimizzare la questione aggiungendo che tale situazione si è verificata "tre volte in un anno".

Qualche ora dopo Yann Drouet, ex capo gabinetto del prefetto di polizia di Parigi, ascoltato dalla stessa commissione, ha contraddetto Benalla. "Il porto d'armi - ha detto - non gli era concesso per la sua sicurezza personale, ma in relazione al suo incarico. Nell'esercizio delle sue funzioni era chiaramente esposto al rischio di un'aggressione".

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