Grecia: tra le rovine di Mati, la città che non esiste più

Attica orientale, sei settimane dopo gli incendi che hanno seminato morte e terrore.
Entrando nella città di Mati, a circa 35 km da Atene, si capisce subito che tutto è cambiato.
La maggior parte degli alberi sono arsi e spezzati, le auto bruciate sono state rimosse, i cantieri non sono più coperti dalle rovine.
Mati, in pratica, non esiste più.
''Vengo qui tutti i giorni - dice Kostas, residente che vive con la madre ultranovantenne - provo a fare tutto il possibile: covo rancore dentro di me, verso tutti, quasi 100 persone sono morte senza motivo".
La cittadina ricorda, per certi aspetti, lo scenario di Pompei: all'epoca dei fatti, i soccorritori rinvennero i corpi carbonizzati di due donne, morte abbracciate ai loro bambini.
''Stiamo aspettando l'ok dallo Stato per iniziare la ricostruzione - afferma un'altra residente - sono disposta a chiedere un prestito, perché devo coprire la casa con un tetto in modo che l'acqua non entri''.
I residenti di Mati chiedono al Governo ellenico di accelerare le misure che proteggano la loro salute ed iniziare immediatamente i lavori per il restauro delle loro case.
"La vita ora è strana, brutta, non puoi credere che al mattino siamo stati insieme a delle persone e poche ore dopo le abbiamo perse e non le vedremo mai più".
FAY DOULGKERI, Euronews:
''Gli esperti hanno raccomandato ai residenti della zona di non tornare alle loro case per almeno due mesi, tuttavia alcuni di loro dicono di non poterne star lontani: quindi, vivono qui o vengono ogni giorno per pulirle e sistemare le cose, tutti sono desiderosi di voler andare avanti con le proprie vite".