Francia: "governo di pochi fatti e molte parole"

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Di Debora Gandini
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L'opinione di Yves Sintomer, professore di scienze politiche all'Università di Parigi 8

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La decisione di Hulot di lasciare la carica di ministro scuote il governo francese. E in particolare modo l’Eliseo. Come ci spiega anche Yves Sintomer, professore di scienze politiche all'Università di Parigi 8

“Queste dimissioni simboleggiano innanzitutto il fatto che le azioni dell’attuale esecutivo in materia ambientale non sono all'altezza del compito. Non sono all'altezza delle ambizioni di Nicolas Hulot stesso nè delle promesse fatte dal presidente Macron quando è stato eletto. Sono dimissioni che simboleggiano anche il fatto che a abbiamo un governo che, come quelli precedenti, dimostra di essere a a breve termine, cadendo sulla questione dell’ecologia, con tante promesse in campagna elettorale gestite da lobby e gruppi di specialisti.”

Era il 1 giugno del 2017 quando il presidente francese Macron dichiarava testuali parole: Condividiamo tutti la stessa responsabilità: rendere il nostro pianeta di nuovo grande. Lo stesso giorno il presidente Donald Trump faceva sapere invece che gli Stati Uniti si ritiravano dall'accordo sul cambiamento climatico di Parigi.

"Credo che, purtroppo, abbiamo di nuovo un governo in cui la retorica ha la precedenza sui fatti e dove le promesse non corrispondono realmente alle azioni. Ovviamente c'è sempre una parte simbolica nella politica. Non siamo così ingenui, ma ci si aspetterebbe che i politici riducessero il divario tra i fatti e le parole, facessero di più, ma al momento non è così", prosegue il Professore.

L’affaire Hulot è solo all’inizio.

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