Diciotti a Catania, cosa rischia il capitano Kothmeir a livello legale?

Diciotti a Catania, cosa rischia il capitano Kothmeir a livello legale?
Diritti d'autore REUTERS/Antonio Parrinello
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Di Lillo Montalto Monella
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"Chi compie l'atto abusivo è il comandante della nave, non potrà dire 'Ho visto l'ordine su Facebook', deve avere un ordine esplicito che inibisca lo sbarco. Lui in tutta la vicenda è l'anello debole"

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Il capitano della nave della Guardia Costiera Diciotti, Massimo Kothmeir, ha davvero ricevuto comunicazioni solamente attraverso Facebook e i media, senza alcuna direttiva ufficiale scritta?

Lo avrebbe dichiarato [a Riccardo Magi il quale a sua volta l'ha riferito a Radio Radicale](Riccardo Magi, deputato di Più Europa). Il deputato di +Europa è stato uno dei politici saliti ieri a bordo del pattugliatore bloccato al porto di Catania. E se fosse come dice Magi, perché Kothmeir non procede allo sbarco dei 150 migranti a bordo? In fondo, non ci sarebbe nessun provvedimento scritto che lo vieta esplicitamente. Ma soprattutto, c****osa sta rischiando a livello legale?

Lo abbiamo chiesto a due docenti di diritto, esperti in materia e già componenti del collegio difensivo della ong Open Arms all'epoca del dissequestro.

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Secondo Alessandro Gamberini, docente di Diritto Penale all'Università di Bologna e già avvocato di parte civile nel caso della strage di Ustica, il Capitano di Fregata Kothmeir ha competenza fintanto che si è in navigazione, ma quando la nave attracca deve fare i conti con le autorità di sicurezza visto che lo sbarco riguarda non persone qualsiasi ma migranti senza documenti. La sua situazione "è al confine tra politica e diritto" ma lo sbarco, a detta del giurista, dovrebbe essere automatico. "La situazione è aggravata dal fatto che la Diciotti è una nave italiana, incardinata in un apparato statale, ed è quindi territorio dello Stato a tutti gli effetti".

Gamberini afferma che c'è un concreto rischio di inchiesta per abuso d'atti d'ufficio "alla luce di una procedura illegittima fatta per danneggiare qualcuno". L'iniziativa giudiziaria, in questo caso, "potrebbe essere fatta anche nei confronti del capitano".

"Chi compie l'atto abusivo è il comandante della nave, non potrà dire 'Ho visto l'ordine su Facebook', deve avere un ordine esplicito che inibisca lo sbarco. Lui in tutta la vicenda è l'anello debole".

Gli fa eco il professor Fulvio Vassallo dell'Università di Palermo dell'associazione Diritti e Frontiere Adif.

Se fosse vero quanto dichiarato da Magi, "Il rischio del comandante è puramente politico per essersi messo contro Salvini, avendo detto di aver ricevuto comunicazioni via Facebook. Ma anche se dovesse andare a processo, non rischierebbe de facto nulla. È in corso uno scaricabarile"

La catena di comando

L'avvocato, che opera attivamente nella difesa dei migranti e dei richiedenti asilo, ricorda che il capitano della Diciotti è sottoposto ad una gerarchia operativa che passa dalla Capitaneria di Porto di Catania che a sua volta risponde alla centrale operativa di Roma, sotto il Ministero dei Trasporti.

"In questi giorni avrà registrato non una ma giorni interi di comunicazioni", continua Vassallo. "Leggiamo la testimonianza del parlamentare Magi che ha parlato con comandante, ma non abbiamo l'idea di tutte le comunicazioni intercorse tra il comandate e i suoi riferimenti gerarchici superiori".

Per consentire lo sbarco dei migranti, il prefetto deve attrezzare in porto predisponendo il necessario per il protocollo Hotspot, previsto, a partire dal settembre del 2015, dall’Unione Europea. Se la prefettura non si attiva, il capitano non può fare nulla. In sostanza, dice Vassallo, "il ministro deve chiamare il prefetto e chiedere: hai 150 posti letto? Vestiti? Scarpe? Distribuiamo i migranti sul territorio in questo modo".

Una mancanza di queste indicazioni da parte della Prefettura, obbligazioni precise che l’Italia, che non ha mai adottato una normativa in materia, deve rispettare ed adempiere anche nei confronti delle autorità di Bruxelles, potrebbe prefigurare una omissione di atti d'ufficio.

Lo scalo tecnico

L'ingresso in porto è stato autorizzato per "scalo tecnico". "Una mossa furba a livello mediatico", continua Vassallo. Significa che la nave può fare rifornimento di carburante, cibo, scaricare i rifiuti ma non può sbarcare. "Sulla carta quindi l'autorizzazione per scalo tecnico mette al sicuro il comandante dall'attività penale nei suoi confronti. Anche volendo, non può sbarcare. E se anche fosse iscritto nel registro degli indagati, dovrebbe essere la procura militare a trattare il fascicolo".

Dalla Prefettura di Catania, che rappresenta il governo a livello provinciale, non vengono rilasciate dichiarazioni. La Questura, a cui è demandata l'amministrazione della sicurezza pubblica, si è attivata per lo sbarco dei minori su richiesta della Prefettura ma non ha possibilità di sapere quali carte siano state inviate da Roma al prefetto. Non parla neanche la Capitaneria di Porto di Catania.

Euronews ha domandato al comando centrale della Guardia Costiera di Roma quali ordini ufficiali siano stati impartiti alla direzione di Catania (e, di conseguenza, al comandante della nave Diciotti) e sulla base di quale specifica direttiva ministeriale. 

AGGIORNAMENTO: La risposta ```````è arrivata qualche giorno più tardi: "Ci dispiace comunicarvi che, al momento, non è possibile accogliere la vostra richiesta".

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