Zimbabwe: il Commonwealth denuncia l'uso eccessivo della forza

Zimbabwe: il Commonwealth denuncia l'uso eccessivo della forza
Diritti d'autore REUTERS/Mike Hutchings
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Il partito di Governo vince le elezioni, le prime dopo 37 anni di presidenza Mugabe: Emmerson Mnangagwa è confermato Presidente, negli scontri si registrano diversi morti

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Il Commonwealth, organizzazione di 54 Stati indipendenti, accomunati da un passato di appartenenza all'Impero britannico, ha denunciato "l'uso eccessivo della forza contro i civili disarmati", dopo i morti causati dall'intervento dell'Esercito nella capitale Harare contro i sostenitori dell'opposizione, che ha denunciato brogli nelle elezioni presidenziali.

Dopo la guerriglia, molti negozi sono rimasti chiusi e lungo le strade regna il silenzio.

"I risultati delle elezioni non sono stati annunciati correttamente - denuncia questo residente - hanno subito un ritardo e le cifre non coincidono con i numeri sulla registrazione degli elettori, questo è ciò che ha causato le proteste".

"Abbiamo finito per perdere la vita delle persone_, non è un bene per il Paese, se ci sono dimostrazioni devono essere pacifiche, così da andare avanti come Nazione e progredire in pace e tranquillità_".

Proteste si sono registrate davanti alla sede della Commissione elettorale, che deve ancora annunciare i risultati ufficiali, dopo il primo ok al successo del Presidente Mnangagwa, a fronte di un'opposizione che pure rivendica la vittoria.

Il partito al potere nello Zimbabwe, ZANU-PF, ha conquistato la maggioranza dei seggi in Parlamento, dopo il primo turno elettorale di lunedì scorso.

Le proteste degli oppositori, la reazione della polizia: tre morti

Appena annunciati i primi risultati, davanti all'hotel Rainbow Towers di Harare, la capitale, dove era riunita la commissione elettorale, oltre un centinaio di sostenitori del leader dell'opposizione**, il 40enne avvocato Nelson Chamisa,** sono scesi in piazza per protestare contro i [ritardi volontari nello scrutinio dei voti.](iframe width=)

Via via che passavano le ore, le proteste si sono fatte più accese**, i disordini sono aumentati e il Governo ha dovuto inviare camionette dell'Eesercito** per le strade di Harare, una città sotto assedio.

I manifestanti hanno costruito barricate con mattoni e blocchi di cemento e hanno tirato pietre all'indirizzo dell'Esercito, che ha risposto con idranti, gas lacrimogeni e, a quanto pare, armi da fuoco.

I morti, in totale, sono tre.

Reuters
Una delle vittime dei disordini ad Harare.Reuters
REUTERS/Siphiwe Sibeko
Disordini ad Harare, la capitale dello Zimbabwe.REUTERS/Siphiwe Sibeko

"Abbiamo vinto noi!"

Parole forti, quelle di Nelson Chamisa, il principale candidato dell'opposizione, su Twitter:

"A_bbiamo vinto noi! Nessuna manipolazione potrà alterarsi la vostra volontà"._

Maggioranza assoluta: Mnangagwa Presidente

Il partito ZANU-PF (Unione Africana Nazionale dello Zimbabwe), ha reso noto la Commissione Elettorale, si è aggiudicato 109 seggi contro i 41 del principale partito all'opposizione - l'MDC (Movimento per il Cambiamento Democratico) - nella Camera dei Deputati del Paese, che conta un totale di 210 seggi.

Reuters
Proiettili, sulle strade di Harare.Reuters

Presidente o Dittatore`?

Il Presidente dello Zimbabwe dovrebbe essere il confermato Emmerson Dambuzo Mnangagwa, già vice di Robert Mugabe, del quale ha continuato la politica di repressione degli avversari politici.

Non sono mancate, nei suoi confronti, le definizioni come "genocidio", soprattutto sui giornali britannici.

Nel novembre scorso, l**'ex vice Presidente di Mugabe** ha deciso che era tempo che l'allievo - 75 anni - superasse il maestro, 94 anni e lo ha costretto alle dimissioni, per evitare che l'ambiziosa e più giovane moglie di Mugabe, Grace (53 anni). prendesse il potere in luogo del marito.

Da quel momento, Mnangagwa si è autoproclamato Presidente dello Zimbabwe.

"Un giorno finito in tragedia"

Interviene l'ambasciata americana

Intervenuta anche l'Ambasciata degli Stati Uniti ad Harare, che ha chiesto ai militari dello Zimbabwe di "mostrare moderazione" nel tenere sotto controllo le proteste popolari.

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