Il Goncourt e gli altri. I premi letterari: a chi e a cosa servono

 Il Goncourt e gli altri. I premi letterari: a chi e a cosa servono
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Di Diego Giuliani
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Ormai centinaia, in Francia sono una vera istituzione. Viaggio in questa galassia sconosciuta ai più, in cui si intrecciano strategie e interessi di editoria, scrittori e industria culturale

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l grande pubblico conosce soprattutto il Goncourt, il Renaudot, il Femina. I premi letterari, in Francia, sono una vera istituzione. Cominciati a fiorire negli anni ’20, tra grandi e piccoli sono oggi talmente tanti da sfuggire a un censimento. Una vera galassia in cui si intrecciano aspirazioni, interessi e strategie. Culturali e commerciali. Ma a che cosa – e a chi, soprattutto – servono veramente? Quali le funzioni che finiscono per svolgere nel panorama letterario e dell’industria culturale di oggi?

Per trovare delle risposte siamo andati a bussare alla porta dei principali attori di questo complesso sistema: autori, editori, librai ed esperti accademici. Prima tappa della nostra inchiesta, l’annuncio del vincitore del "Prix Orange du Livre": premio letterario di media importanza, istituito nel 2009 dalla Fondation Orange, che oggi gli riconosce la funzione di "facilitare l’accesso alla cultura per tutti".

"Questo premio regalerà legittimità e visibilità al mio libro": le aspettative dello scrittore

Presieduta dallo scrittore e membro della prestigiosa Academie Française, Eric Orsenna, e composta da autori, librai e semplici lettori, la sua giuria ha quest’anno premiato il romanzo "Cette nuit" di Joachim Schnerf. Per questo giovane scrittore, alla sua opera seconda, non si è trattato solo un giorno di festa. A 30 anni, la speranza che ci confida durante il cocktail che segue la premiazione è quella di una svolta nella sua carriera. "Un premio come questo – ci dice soddisfatto appena dopo la premiazione - permette di ampliare il proprio pubblico di lettori, di far conoscere e circolare il libro, di farne parlare: sui social media, sulla stampa, ma anche in libreria, questo è molto importante. Perché un premio come questo regala una legittimità al libro e penso quindi che i librai lo consiglieranno più facilmente".

Impressioni dalla libreria: "La 'fascetta rossa' aiuta ma non basta"

Un premio letterario come trampolino per la carriera ? In una libreria di Garenne-La Colombe, alle porte di Parigi, le speranze di Joachim sono ben riposte… a metà! Appena premiato, il suo libro fà già bella mostra sugli scaffali accanto al vincitore del prestigioso Premio Goncourt. A metterlo in evidenza è una sgargiante fascetta rossa, che ne sottolinea la fresca incoronazione. Per quanto ambiti o prestigiosi, i premi letterari non costituiscono pero un titolo sufficiente, per guadagnare i consigli della proprietaria della libreria. "Certo, in effetti metto questi libri un po' più in evidenza – ci dice Nathalie Iris - ma non basta il fatto che un libro abbia ottenuto un premio, perché lo consigli ai miei clienti".

"Senza i premi letterari non so che libri scegliere": la lettrice a cui si indirizzano gli editori

Sull’incidenza dei premi letterari sui loro acquisti, i clienti di Nathalie hanno opinioni molto diverse. Una donna che intercettiamo alla cassa non ha dubbi : "Non è qualcosa che influenzi le mie scelte – ci dice -. Il vincitore di un premio non mi attira più di un qualsiasi altro libro". Più sfumato l’avviso di un giovane padre di famiglia che brandisce un titolo vincitore di un premio : "Al limite – spiega -le fascette rosse dei premi attirano al limite la mia tra l’insieme dei libri di uno scaffale. A determinare i miei acquisti, alla fine, non sono però loro, ma la trama dei libri". Di tutt’altra opinione una giovane studentessa, venuta a curiosare in cerca di ispirazione. "Sì, i premi letterari mi influenzano – dice -. Perché altrimenti non saprei come scegliere cosa comprare".

"Il pubblico voti per farci sapere che libri vuole": il principio dei "premi dei lettori"

Come aiutare quindi i lettori a scegliere? Tra le più antiche e radicate di tutta la Francia, la casa editrice « Le livre de Poche » pratica una politica sempre più in voga anche presso i suoi concorrenti : l’organizzazione di un "premio dei lettori". Si seleziona anzitutto un campione di libri che si suppone incarnare la varietà dei gusti dei lettori. E poi lo si sottopone al voto di una giuria, che a sua volta riflette la composizione del suo pubblico di riferimento. Tre le categorie in cui si articola il "premio dei lettori" della casa editrice "Le livre de poche" : letteratura, thriller e saggistica. Per ciascuna i lettori sono chiamati a esprimersi su un numero di titoli (22, a titolo di esempio, per la sezione "letteratura"), selezionati a monte da un comitato interno a partire da un catalogo sterminato. A illustrarci principio e funzione strategica di questi premi è la direttrice generale della casa editrice, Véronique Cardi. "È interessante – ci dice - disporre di questo panel di lettori. Perché di fatto ci dice, nel nostro catalogo, cosa preferisce. La speranza, da editori, è quindi che ci aiuti a rispondere alle attese del nostro pubblico".

"I premi come 'tribunali del leggibile': stabiliscono cosa possiamo leggere e perpetrano un'idea di gusto"

Per andare oltre nella nostra analisi abbiamo incontrato Sylvie Ducas. Docente di letteratura francese al dipartimento delle "Professioni del libro" dell’università di Parigi-Nanterre, ha dedicato la maggior parte della sua ricerca ai premi letterari. Sul tema ha tra l’altro scritto "La littérature à quel(s) prix ?": volume che affida il suo significato al doppio senso francese del titolo ("La letteratura a quali premi?" e, allo stesso tempo, "La letteratura a che prezzo?"). L’opera ricostruisce la storia ed evoluzione dei premi letterari in Francia dalle origini alla funzione che l’autrice riconosce oggi loro: quella di "riflesso di un’industria culturale (…) e di un mondo letterario che ha eretto il mercato a valore, confondendo i concetti di diffusione e legittimazione". A suo avviso, i premi letterari sono inoltre oggi "tribunali del leggibile" : istanze cioè deputate a stabilire cosa possa e cosa debba essere letto. "La loro funzione è perpetrare una certa idea della letteratura 'leggibile' al giorno d'oggi – ci dice - . Perché? Perché i libri premiati devono vendersi in massa, devono essere per il grande pubblico. E questo grande pubblico, si presume che sia incapace di interessarsi a testi troppo difficili".

"Indispensabili per scremare". I premi aiutano a scegliere (e stabiliscono chi possiamo dimenticare)

Se i libri in uscita sono quindi reputati "troppo difficili" e « troppo numerosi », si presume quindi che il pubblico debba essere aiutato a individuare quelli che deve acquistare. "I premi letterari – ci spiega ancora Sylvie Ducas - sono diventati strumenti indispensabili per permettere ai lettori, persi nella massa e nella giungla delle uscite, di fare una scrematura, di scegliere".

Dati alla mano, ci si chiede quindi se le prime vittime collaterali di questo sistema non finiscano per essere gli stessi autori. Filtrati dai canoni dei premi letterari, degli interessi commerciali che li presiedono e dall’idea di gusto che sono chiamati a veicolare, i titoli che finiscono per beneficiarne sono appena una manciata. Lo scorso anno, in Francia, su 600 titoli pubblicati a inizio stagione solo una trentina sono stati mediatizzati. Gli altri sono passati quasi inosservati, totalizzando vendite spesso irrisorie.

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