Centro anziani occupato? Loro dicono: "Nessuna occupazione, rotta la catena della vergogna"

Centro anziani occupato? Loro dicono: "Nessuna occupazione, rotta la catena della vergogna"
Diritti d'autore Foto: cortesia di Marcello Ribera
Di Lillo Montalto Monella
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Il loro centro anziani, un prefabbricato a via Cassia 726, era stato chiuso dal Municipio XV per inagibilità a fine maggio, nonostante i numerosi lavori di ristrutturazione svolti a spese loro. A luglio il gruppo di nonni ha deciso di rompere la catena che teneva chiusi i cancelli riappropriandosene

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"Gli anziani si riprendono il loro centro"

Con questo striscione il gruppo di anziani "sulle barricate", che da giorni sta occupando un centro per anziani a nord di Roma, rivendica la legittimità del proprio gesto, affermando di essersi riappropriato del centro "rompendo la catena della vergogna" che "offendeva la dignità dei cittadini".

"Non abbiamo fatto nessuna occupazione. Abbiamo rotto la catena della vergogna, le catene significano schiavitù. E così facendo abbiamo suscitato la reazione della società civile", riferisce a euronews il presidente del centro anziani al XV Municipio di Roma, in zona Tomba di Nerone. Si chiama Giuseppe Betulia e auspica che l'amministrazione locale, guidata dal 2016 da una giunta Cinque Stelle, faccia qualcosa. 

"Cosa faremo nei prossimi giorni? Niente, stiamo qui. Ci sono una cinquantina di anziani che giocano a carte, si mangiano il gelato, una fetta di anguria. La nostra vita continua normalmente senza ripicche né atti violenti".

Foto: Marcello Ribera, Facebook

Breve riepilogo della vicenda

Il 2 luglio scorso un gruppo di una 70ina di over-70 (ma c'è anche chi ha più di 90 anni) ha occupato la sede di un centro ricreativo dopo che, a maggio, il Municipio locale l’aveva dichiarato inagibile. Si trova in via Cassia, arteria trafficata a nord della Capitale. Una zona da 160mila persone che si estende praticamente da Ponte Milvio verso il lago di Bracciano, con una superficie maggiore rispetto a quella di Milano.

Il collettivo di anziani, che conta in totale 350 iscritti, ha risposto alla dichiarata inagibilità del centro in cui si riunivano da quasi 20 anni tagliando i lucchetti e rientrandone in possesso. Si tratta di una tensostruttura provvisoria in cui il gruppo passava le giornate in attesa che venisse ultimato il "vero" centro - distante qualche centinaio di metri, in via Tomba di Nerone - la cui conclusione è attesa per il 2020.

I soci che si auto-tassano per riparare il tendone

In tutti questi anni gli anziani hanno apportato migliorie al punto di ritrovo per renderlo meno precario: la struttura era infatti ridotta molto male.

"C'erano centinaia di topi, sporcizia, ci pioveva dentro, c'era freddo da tutte le parti, la gente si ammalava, oserei dire che qualcuno ci ha pure rimesso la pelle", racconta Giuseppe Betulia. "Parliamo di gente anziana, anche 97 anni, in una tenda, 40 gradi all'ombra in estate. Allora i soci si sono detti: ci autotassiamo per renderlo più vivibile. E così l'abbiamo ristrutturato a nostre spese, mettendo condizionatori, finestre, una pannellatura in legno isolante, porte di fuga, bagni nuovi con le maioliche. Abbiamo fatto un lavoro discreto".

"Per l'altro centro si parla del 2020: passare qui altri 3 inverni in quelle condizioni sarebbe stato come farci morire". 

I centri anziani nel quartiere sono diversi (qui e qui la mappa, l'elenco sul sito del comune non funziona) ma distano l'uno dall'altro diversi chilometri e quindi virtualmente irraggiungibili da persone di una certa età. "Gente di 90 anni non può prendere un autobus sulla Cassia", continua il presidente del circolo.

Secondo Betulia, la municipalità guidata dal presidente Stefano Simonelli "si è trovata in difficoltà" dopo l'eco mediatica del caso, ma "Simonelli ha la nostra stima, è una persona per bene, nel suo animo sa che gli anziani sono nel giusto e non si possono lasciare 350 persone in mezzo alla strada. Bisogna fare la verifica nella tensostruttura per farla diventare agibile. Aspettiamo fiduciosi".

Il presidente del circolo sostiene che, per assurdo, prima dei lavori degli anziani il centro era giudicato agibile mentre ora non lo è più.

Secondo Marcello Ribera, Vicepresidente Commissione Ambiente, Mobilità e Sicurezza Municipio Roma XV e consigliere di opposizione (PD), la giunta al governo "è qui da 2 anni ma ancora non si conoscono le tempistiche per sbloccare i lavori, non ci sono mai state risposte" sul nuovo centro anziani a due passi ma mai ultimato.

La struttura da 200mila euro in via San Felice Circeo, la cui costruzione è iniziata nel 2011, attende ancora di essere ultimata.

Per scongiurare il rischio sgomberi "abbiamo chiesto all'amministrazione un atteggiamento di dialogo", continua Ribera. "La nostra posizione è quella di cercare una mediazione, evitando gli atteggiamenti di protesta o caciaroni di altre forze politiche".

"Gli anziani hanno effettuato sì lavori abusivi, non autorizzati, ma lo hanno fatto su una struttura a sua volta abusiva. In tutto questo è mancata la politica, qui sta il problema". 

Il consiglio municipale il 13 giugno scorso aveva impegnato il Presidente del XV e gli assessori a Sociale e Lavori Pubblici ad "adottare tutte le procedure necessarie per la riapertura del centro".

Stefano Simonelli, Presidente XV Municipio, non ha risposto alla nostra richiesta di commento né si è espresso su Facebook in questi giorni.

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