Il Presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk, viaggia in treno alla ricerca di un accordo in extremis sui migranti: dopo Londra e Parigi, è a Berlino per ottenere l'appoggio di Angela Merkel. Ma ormai tutto sembra rinviato al summit di questa settimana.
Presidente in viaggio
Il Presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk viaggia a tutta velocità - in treno - nel tentativo di ottenere un accordo sulla politica di immigrazione dell'Unione Europea.
Dopo Londra e Parigi, Tusk si è recato a Berlino, in vista del Consiglio europeo di questa settimana, che si concentrerà sulla questione-migranti, che continua a dividere gli Stati membri.
Dopo gli incontri con Theresa May ed Emmanuel Macron, Tusk cerca sostegno anche da Angela Merkel per l'istituzione di "piattaforme regionali di accoglienza" al di fuori dell'UE per distinguere tra migranti economici e richiedenti asilo.
Strette di mano senza accordo
Le divisioni sono nette, come dimostrato dal mini summit europeo di domenica, che non ha raggiunto alcun accordo su come lavorare insieme per affrontare il problema.
Diverse proposte sono state suggerite, in particolare il piano del governo italiano - in 10 punti - per passare dall'emergenza alla gestione strutturale del fenomeno migranti.
Ma i 16 paesi che hanno preso al mini summit hanno, di fatto, posticipato la discussione al Consiglio europeo di questo giovedì.
Tutto nasce dal caso-Aquarius
Il tentativo di trovare finalmente una soluzione europea al problema dell'immigrazione è stato innescato dalla decisione dell'Italia di non accettare nei propri porti la nave Aquarius, con a bordo 629 migranti.
Dopo diversi giorni di navigazione, lo scorso 20 giugno, alla nave è stato concesso l'approdo a Valencia, in Spagna.
"Evitare che la Libia diventi un imbuto"
Durante la sua visita in Libia, il ministro degli interni italiano, Matteo Salvini, ha proposto la creazione di hotspot, centri di accoglienza per migranti a sud della Libia (in Niger, Mali, Ciad e Sudan), per evitare - ha detto Salvini - che "Tripoli diventi un imbuto, come l'Italia".
Quest'anno, finora, circa 11.000 migranti sono arrivati in Italia partendo dalla Libia
Secondo Salvini, l'talia "non può diventare il campo profughi d'Europa".