Brexit, cosa dovranno fare i cittadini UE che vogliono rimanere in UK

Brexit, cosa dovranno fare i cittadini UE che vogliono rimanere in UK
Diritti d'autore REUTERS/Henry Nicholls
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Di Alice Tidey
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La domanda sarà fatta online o tramite app, costerà 74€ e si otterrà risposta dopo pochi giorni. Importante dimostrare di essere nel paese da più di 5 anni entro il 31 dicembre 2020

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I cittadini europei residenti nel Regno Unito dovranno pagare 65£ (74€) per garantirsi il diritto di rimanere nel paese dopo Brexit. Lo ha annunciato il governo inglese ribadendo l'impegno a tutelare i loro diritti attuali a seguito dell'uscita dall'Unione.

Ecco tutti gli altri punti previsti dalla lettera di intenti pubblicata giovedì 21 giugno sul sito dell'esecutivo.

  • I cittadini europei dovranno confermare la loro identità, che non hanno carichi penali pendenti e che vivono al momento nel Regno Unito;

  • Il processo di application si aprirà fra qualche mese, nel 2018, anche se non è stata data indicazione esatta sulle tempistiche;

  • Le domande saranno effettuate online o tramite Android app e costeranno 65£ (74€) per gli adulti e 32£ (37€) per i bambini;

  • La posizione standard del governo britannico sarà quella di accettare, non di rifiutare, lo stato di residente nel Paese, ha affermato il Ministro dell'Interno Sajid Javid. "Cercheremo di farlo il più rapidamente possibile. Non cercheremo scuse per provare a fare il contrario, ovviamente, molto dipenderà dalle informazioni fornite, ci deve essere una buona ragione per cui non lo concederemo";

  • Al contrario dell'attuale procedura per ottenere la residenza permanente, che può durare sei mesi, si otterrà una risposta affermativa o negativa in pochi giorni;

Cos'è il settled status, la residenza permanente

Come definito l'anno scorso dal Regno Unito, i residenti UE che hanno abitato nel paese in maniera continuativa e legittima negli ultimi 5 anni (al 31 dicembre 2020, quando si esaurirà la finestra di transizione per la Brexit) potranno fare domanda per la residenza permanente sul territorio britannico acquisendo il cosiddetto settled status.

Coloro i quali arriveranno prima della fine del periodo di transizione, ma non hanno risieduto in UK per il periodo richiesto di cinque anni, potranno fare domanda per rimanere per il tempo necessario a raggiungere i cinque anni previsti dalla legge così da effettuare, in seguito, l'application.

Lo status di residente o i permessi temporanei daranno ai cittadini europei gli stessi diritti di accesso a sanità, pensioni e altri benefit goduti da quelli britannici.

I familiari che vivono o si uniscono ai cittadini europei che risiedono nel Regno Unito prima del 31 dicembre 2020 potranno anch'essi fare domanda per ottenere lo status di residente dopo 5 anni nel paese. I membri stretti della famiglia (congiunti, partner sposati o con unioni civili, figli a carico, nipoti, padri e madri a carico, nonni) potranno ricongiungersi con i familiari UE nel Regno Unito anche dopo la Brexit, a patto che la relazione di parentela sia in essere prima del 31 dicembre 2020.

La UE ci "sta mettendo troppo"

In vista di questo annuncio, il ministro degli Interni britannico Sajid Javid ha criticato i paesi della UE giovedì per "metterci troppo tempo" a delineare che ne sarà dei cittadini britannici che vivono sul continente dopo la Brexit.

Javid ha invitato gli Stati membri della UE a "stabilire come sosterranno i cittadini britannici che vivono nei loro paesi".

"La pubblicazione di dettagli su come gestiremo il nostro status di residenza dimostra che stiamo onorando gli impegni assunti nei confronti dei cittadini dell'UE che vivono nel Regno Unito", ha affermato Javid.

Secondo le statistiche ufficiali britanniche, nel Regno Unito vivono 3,8 milioni di cittadini dell'UE. Sono 900mila i britannici che, al contrario, risiedono nella UE.

Il capo negoziatore del Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, che si è incontrato con Javid a Londra all'inizio della settimana, ha fatto eco all'appello del ministro britannico:

"Sono tutt'altro che soddisfatto del trattamento riservato ai cittadini britannici nell'UE-27", ha scritto martedì su Twitter. "La maggior parte degli Stati membri non ha ancora avviato il processo o le procedure", ha aggiunto, dicendo che "sia il Regno Unito che la UE hanno il dovere di attenuare i danni provocati dalla Brexit per i cittadini".

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