Oggi l'aborto in Irlanda è possibile solo se la madre è in pericolo di vita
Il 22 maggio del 1978, entrava in vigore in Italia la legge 194, che stroncava l'aborto clandestino. Quarant'anni dopo, nella cattolica Irlanda, ci si prepara ad un referendum sullo stesso tema, che si terrà il 25 maggio e che potrebbe legalizzare l'interruzione volontaria di gravidanza fino alla dodicesima settimana.
Oggi l'aborto è consentito solo se la madre è in pericolo di vita. Un caso che è stato contemplato dal legislatore cinque anni fa.
Amy Callahan è uno dei volti simbolo della campagna per il sì all'abrogazione dell'ottavo emendamento della Costituzione, che riconosce al feto lo status di cittadino, equiparando di fatto l'aborto all'omicidio. È una delle migliaia di donne che hanno interrotto la gravidanza fuori dal loro Paese, dopo che alla sua bambina era stata diagnosticata una grave anencefalia.
Diversa la scelta di Vicky Wall, un'icona del no. Una madre che decise di partorire la figlia affetta da sindrome di Edwards e che morì poco dopo la nascita.
La norma anti-abortista, che faceva rischiare alle donne fino a 14 anni di carcere, fu introdotta con un referendum nel 1983. Per la consultazione di venerdì, i sondaggi registrano il vantaggio del fronte del sì.