Gaza: la violenza non si ferma. Richiesto l'intervento dell'Onu

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Di Euronews
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L'ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite ha chiesto una convocazione urgente del Consiglio di sicurezza per mettere fine alle violenze nella Striscia che ieri hanno portato all'uccisione di 58 manifestanti palestinesi

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Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato tre giorni di lutto dopo l'uccisione di 58 manifestanti palestinesi da parte dell'esercito isaeliano sulla Striscia.

Abbas ha continuato a scagliarsi contro gli Stati Uniti per lo spostamento della propria ambasciata a Gerusalemme, lo scorso lunedì, chiarendo che "non accetterà" alcun accordo di pace proposto dall'amministrazione Trump: " "Questa non è un'ambasciata. E' un avamposto degli Stati Uniti, prima avevamo un avamposto israeliano con il sostegno americano ma ora abbiamo un avamposto americano a Gerusalemme Est "

Da diversi Paesi, tra i quali Francia e Gran Bretagna, arriva l'offerta di una mediazione e l'appello a mettere fine spargimento di sangue. Ma Hamas, che controlla la Striscia, rimane sorda al richiamo della comunità internazionale.

Khalil al-Hayya, spiega che la pazienza di Hams è finita: "Lo diciamo chiaramente e lo facciamo sentire al mondo: i gruppi di resistenza, le Brigate di Hamas e di Qassam, non rimarranno zitti davanti a questa oppressione sionista che uccide e distrugge il nostro popolo giorno e notte".

Intanto l'ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite ha richiesto una riunione d'emergenza del consiglio di sicurezza per spingere al comunità internazionale ad intervenire al più presto.

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