La rabbia dei lavoratori francesi

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Di Laurence Alexandrowicz  & Debora Gandini
La rabbia dei lavoratori francesi

Treni bloccati sui binari, scene da panico, la rabbia dei pendolari e la protesta dei ferrovieri. In migliaia si sono dati appuntamento nelle principali città di tutto il Paese, per far sentire la loro voce. Da Parigi, dove ci sono stati anche scontri, a Lione.

Molti lavoratori delle ferrovie pubbliche sono preoccupati per la riforma Macron e per la liberalizzazione richiesta da Bruxelles. Un sindacalista ci spiega che la privatizzazione è una scelta del governo. “Con il benestare dell'Europa. Si tratta di una scelta politica, ecco perchè siamo qui a manifestare. La riforma non porterà benefici nè agli utenti o nè ai dipendenti.”

In piazza accanto ai lavoratori anche centinaia di studenti. Si dicono indignati per quanto accaduto alla Facoltà di Giurisprudenza di Montpellier dove individui armati di mazze, bastoni e con il volto coperto sono entrati nelle aule per mettere fine forzatamente all'occupazione in corso. "Vogliono fare una selezione sociale, stanno distruggendo l’accesso all’istruzione. Il problema è che c’è una mancanza di mezzi e investimenti nelle facoltà e nelle università”, fa notare una studentessa. Tra le migliaia di persone che hanno sfilato per le strade del centro di Lione anche il personale ospedaliero.

Dopo aver incrociato le braccia il 22 marzo, la mobilitazione dei lavoratori francesi è appena iniziata. I sindacati sembrano decisi a non mollare la presa e proseguire con le proteste. A 50 anni dal '68, chi sciopera spera che la storia possa ridare loro ragione. La protesta è solo all’inizio. Per la Francia si prevedono settimane e forse mesi di fuoco.