Le politiche sul rigore economico e sulle migrazioni dividono il paese a metà. Polemiche per l'incursione della polizia nella sede dei servbizi segreti
Il governo di centrodestra austriaco vira la boa dei primi cento giorni, tra gli elogi dell'arcivescovo di Vienna per le politiche di austerità e le proteste di piazza contro i tagli alla spesa pubblica e contro fascismo e razzismo, che nel Paese paiono in ripresa.
Nonostante le pressioni della società civile il cancelliere Sebastian Kurz ribadisce il suo disegno di un'Austria dalle frontiere insuperabili, sul modello dell'Australia, ma non riesce a contenere le polemiche sollevate da uscite come quella del ministro dell'Interno Kickl, che vuole "concentrare" i richiedenti asilo.
Ma più rischiose per il destino degli equilibri politici sono le polemiche seguite alle perquisizioni della polizia negli uffici dei servizi segreti. Una azione da più parti vista come un tentativo del governo di cancellare le tracce dei rapporti di molti politici di maggioranza con le confraternite di ispirazione neonazista.
La vicenda spinge l'opposizione di centrosinistra a chiedere al Partito popolare e al suo alleato Partito delle libertà - accusati di aver truccato le carte in tavola e di non aver rispettato le procedure - di fare chiarezza sull'accaduto. "Riscontriamo anche un rapporto conclusivo povero e privo di senso", ha detto Andreas Schieder
La politica dell'esecutivo austriaco divide a metà il paese, come dimostrano seppur con qualche lieve differenza i sondaggi recenti. Il cancelliere Kurz tuttavia punta a un recupero grazie alle previsioni di crescita, che per quest'anno si attestano su un più 3,2 per cento.