"L'Europa non accetterà mai le richieste di Londra", intervista a Tony Blair

"L'Europa non accetterà mai le richieste di Londra", intervista a Tony Blair
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Euronews ha intervistato l'ex primo ministro britannico, in visita a Bruxelles per cercare di "salvare" il Regno Unito da un grave errore

PUBBLICITÀ

Euronews ha intervistato l'ex primo ministro britannico Tony Blair, che giovedi è a Bruxelles per quello che può essere definito il suo intervento sulla Brexit. Spera di cambiarne il corso se non addirittura fermarlo del tutto.

Guardate la nostra intervista completa!

**Quanto ritiene efficaci gli interventi sulla Brexit? **

Con l'avanzare del dibattito, ciò che a mio avviso è sempre più chiaro è che il governo fa fatica a ottenere un voto parlamentare su qualsiasi forma di Brexit. Dovrà quindi scegliere tra una Brexit che ci tiene vicini all'Europa, ma poi si dovranno rispettare molte delle regole europee; oppure allontanarsi da queste regole, essere liberi di seguire le nostre ma perdere l'accesso ai mercati europei, e questo ci arrecherebbe danni economici. Questo dilemma, che io chiamo il dilemma dei negoziati, oggi è molto più evidente in Gran Bretagna e sta ridisegnando il dibattito.

**Cosa chiede quando parla di un secondo referendum? Un sì o un no alla Brexit? Oppure un voto sull'accordo? Quindi una Brexit, ma con una decisione sui termini del divorzio?  **

Il referendum non si può ripetere ma quello i cittadini britannici possono avere ancora diritto di parola sull'accordo finale perché ancora nulla è stato proclamato ufficialmente. Il Parlamento deve prima di tutto esaminarlo. Penso che si avranno difficoltà a raggiungere un accordo e, se le Camere non riusciranno a raggiungerlo, allora potranno tornare a rivolgersi al popolo e lasciare che siano le persone ad avere l'ultima parola.

Lei è una figura divisiva. Non pensa che il suo coinvolgimento nel dibattito sulla Brexit rafforzi la determinazione di coloro che hanno votato per andare via dall'Europa, coloro che hanno incolpato la cosiddetta "élite liberale" che "svenderebbe il proprio paese". Riconosce un impatto controproducente sui vostri obiettivi finali?

Non c'è nessuno in questo dibattito che non sia controverso, da una parte o dall'altra. E questa idea che tutte le élite liberali vogliano rimanere in Europa mentre le persone la pensano in maniera opposta [non è vera], 16 milioni di persone in Gran Bretagna hanno votato per la permanenza dell'UK nella UE. Non sono tutti elitisti e i personaggi che controllano i media di destra nel Regno Unito non sono esattamente parte della "gente comune". Ci sono privilegiati e gente comune da ambo le parti.  

Teresa May era furiosa per la proposta di accordo che mantenesse l'Irlanda del Nord nell'unione doganale. Lei sicuramente sarà più felice che almeno l'Irlanda del Nord non faccia in qualche modo parte della Brexit.

Il problema dell'Irlanda del Nord è una metafora del problema dell'insieme dei negoziati. La verità è che non possiamo avere un'Irlanda del Nord nell'unione doganale e il resto del Regno Unito fuori. Se dovesse esserne esclusa, ci sarà un confine "duro"  con la Repubblica d'Irlanda. Questo è semplicemente un esempio del dilemma centrale, ovvero che se si vuol preservare l'economia britannica, e garantire gli scambi con la UE senza problemi, questo è possibile solo nel mercato unico. Il governo britannico sta cercando di dire all'Europa che vogliamo questo commercio senza attriti, ma non vogliamo dover rispettare le regole del mercato unico. L'Europa non sarà mai d' accordo.

Alcuni hanno definito insostenibile l'accordo del Venerdì Santo, nel quale lei ha svolto un ruolo chiave. Potrebbe essere modificato o adattato. Cosa ne pensa? Assisteremo ad un ritorno dei giorni più bui?

Sono molto arrabbiato perché queste persone stanno sollevando il problema nel contesto della Brexit. Cerchiamo di essere chiari, l'unica ragione per cui dicono che l'Accordo del Venerdì Santo (GFA) non funziona più o è insostenibile è che esso ostacolerebbe la strada verso Brexit, diventando quindi una complicazione per il popolo del leave. Sono pronti a sbarazzarsene anche se questo significa che l'accordo di pace potrebbe essere a rischio. Si tratta di una posizione totalmente irresponsabile.

Qui a Bruxelles lei chiede alla UE di aiutare a fermare Brexit riformando l'Europa. L'UE dirà ancora una volta: bene, avremo delle riforme, ma il Regno Unito non potrà fare il bello e il cattivo tempo. Quindi siamo tornati al punto di partenza, da qui non si esce.

Penso che si possano individuare con estrema chiarezza le riforme che gli europei sostengono a livello europeo. Prima di tutto sulla questione dell'immigrazione. Il Regno Unito non è l'unico paese che se ne preoccupa. Pensi alle elezioni italiane, alle recenti riforme di Macron in Francia, alle elezioni tedesche. L'immigrazione è un problema enorme in tutta Europa. Guardi cosa sta accadendo in Ungheria e Polonia. Ci sono tutta una serie di riforme che potrebbero essere proposte per l'Europa nell'interesse dell'Europa, ma affronterebbero anche le preoccupazioni del Regno Unito. Si tratta di ansie avvertite da tutti i cittadini europei e non solo dai cittadini britannici.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Tony Blair sulla Brexit: "gli inglesi devono dire l'ultima"