La Carmen diventa un inno contro la violenza di genere

La Carmen diventa un inno contro la violenza di genere
Di Gioia Salvatori
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Nella rivisitazione dell'Opera di Bizet in scena al teatro del Maggio Fiorentino, Carmen, anziché morire accoltellata, uccide il suo molestatore Don José: l'eroina non deve più pagare con la vita la propria libertà. Una rivisitazione che fa discutere e le repliche sono sold out

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Lei è l'inconfondibile Carmen di Bizet ma nella rivisitazione di Leo Muscato in scena dal 7 gennaio al teatro del Maggio Fiorentino, vive in un campo rom nel 1980, è molestata da un finto agente e il finale dell'opera è ribaltato: diventa un inno alla ribellione contro la violenza di genere

Stanca di subire infatti Camen, che si vede più volte sulla scena con il volto tumefatto, anziché morire accoltellata per opera di Don José, come avviene nella versione originale dell'opera di Bizet, strappa la pistola di mano al suo aguzzino e uccide per salvarsi.

Nel ribaltamento di ottica, Carmen, interpretata dalla mezzosoprano Veronica Simeoni, non deve più morire per salvarsi, ma reagisce e impugna l'arma per legittima difesa.

La rivisitazione dell'opera ha scatenato numerose polemiche, mentre le repliche sono sold out.

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