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Esplosione impianto Eni di Calenzano: trovato ultimo disperso, sale a cinque il numero delle vittime

Il sito di stoccaggio Eni di Calenzano
Il sito di stoccaggio Eni di Calenzano Diritti d'autore  foto di Gabriele Nunziati
Diritti d'autore foto di Gabriele Nunziati
Di Filippo Menci & Ilaria Cicinelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Trovato l'ultimo disperso nell'impianto di stoccaggio Eni di Calenzano dopo l'esplosione di lunedì mattina: il numero delle vittime accertate sale a cinque

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I vigili del fuoco hanno ritrovato i cadaveri dei tre dispersi tra le macerie dell'area pensiline di carico del deposito Eni di Calenzano, distrutta lunedì mattina da una violenta esplosione. Secondo le prime ricostruzioni la deflagrazione sarebbe partita da qui.

Le persone rimaste ferite nell'esplosione sono 26, nove delle quali sono state portate in ospedale.

Soltanto una delle vittime finora è stata identificata: si tratta dell'autotrasportatore 51enne Vincenzo Martinelli, originario di Napoli ma residente a Prato.

La procura di Prato ha aperto un fascicolo: tra le ipotesi di reato omicidio colposo plurimo, da quanto appreso ci sarebbe almeno anche un'altra contestazione. Dalla procura però non trapela alcuna informazione su quale sia l'altro titolo di reato e se siano già state iscritte delle persone nel registro degli indagati.

Sciopero lavoratori Eni a Livorno

A seguito dell'esplosione è stato proclamato uno sciopero di due ore con assemblea e presidio davanti alla raffineria Eni di Livorno, da Fim Fiom Uilm di Livorno e il Coordinamento Rsu delle ditte dell'indotto Eni.

Almeno cinquecento lavoratori da stamani alle 8.30 si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli della raffineria Eni. "Lo sgomento - dicono i sindacati - è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando".

Cosa sappiamo finora dell'esplosione a Calenzano

Alle ore 10:15 circa di lunedì si verifica una potente esplosione nello stabilimento Eni di Calenzano. Un'autocisterna si avvicina alle pensiline per caricare il carburante, innestando il bocchettone.

Un testimone oculare ha detto di aver notato una perdita di carburante proprio dal bocchettone e pochi istanti dopo avviene la deflagrazione, avvertita fino a Firenze e Pistoia e registrata perfino dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che rilevano una magnitudo di circa 0,9. Ne segue un incendio e un'onda d'urto che interessa l'area industriale circostante e spacca muri, vetri e finestre degli edifici in un raggio di oltre trecento metri.

La protezione civile a quel punto manda l'alert ai residenti in un raggio di cinque chilometri dall'incidente, invitandoli a non uscire di casa e a chiudere le finestre. Sul posto accorrono ambulanze, polizia e vigili del fuoco che iniziano le operazioni di soccorso e di ricerca dei dispersi. Si blocca momentaneamente la circolazione sull'autostrada A1 e sulla linea ferroviaria tra Prato e Firenze.

La testimonianza sulla perdita di carburante da sola però non basta a spiegare come si sia innescata l'esplosione ed è proprio su questo che si concentrano al momento le indagini degli inquirenti, che hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo. Non si escludono ancora ipotesi di reato più gravi e la procura ha nominato tre esperti di esplosioni per fare chiarezza e capire se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza.

I carabinieri sono riusciti a entrare in possesso del video registrato dalla telecamera dentro al deposito e i vigili del fuoco utilizzeranno nella giornata di martedì il laser-scanner per eseguire rilievi tridimensionali e individuare il punto da cui è partita la deflagrazione.

L'impianto di Calenzano è classificato "a rischio rilevante" e almeno ogni tre anni è sottoposto a ispezione da vigili del fuoco, Arpat e Inail. L'ultimo controllo risaliva al 2021.

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