Lo sgomento internazionale per annuncio di Trump su Gerusalemme

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La diplomazia internazionale bolla come sventurata la scelta degli USA di riconoscere la Città Santa come capitale israeliana

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Fare di Gerusalemme la capitale d'Israele come indicato dalla Casa Bianca che intende trasferirvi l'ambasciata statunitense scatena la disapprovazione dell'Europa e di rilevanti capi di stato di tutto il mondo.

La responsabile della diplomazia europa Federica Mogherini ha messo in guardia  sul "potenziale impatto molto allarmante" che reca l'annuncio di Trump. C'è apprensione per il contesto molto fragile della Palestina. "L'annuncio potrebbe farci ripiombare indietro in epoche molto più buie di quelle stiamo già vivendo" ha precisato Mogherini.

Anche nella conferenza stampa congiunta fra il premier greco Alexīs Tsipras e il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in eccezionale visita di stato ad Atene, è stato evocato il vaso di pandora scoperchiato dalle parole di Trump. Erdoğan crede che la scelta degli Stati Uniti sia sostanzialmente sciagurata.

Molto esplicito è anche il Presidente francese Emmanuel Macron in visita ufficiale in Qatar che non approva l'uscita di Trump perché contravviene al diritto internazionale, alle risoluzioni del Conisglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Dura anche la reazione del Regno Unito col ministro degli esteri Boris Johnson che dice che non aiuta un riconoscimento «prematuro» di Gerusalemme come capitale d’Israele.

Sulla controversia è intervenuto anche papa Francesco che insieme ai capi delle Chiese di Gerusalemme, ha invocato il rispetto dello status quo.

I vertici dell’Arabia Saudita hanno bollato di irresponsabile la scelta di Trump. Secondo Riyadh la decisione va contro “i diritti storici e permanenti del popolo palestinese”. In una nota i leader sauditi aggiungono che vi potranno essere “conseguenze gravissime”.

Per l'Iran la mossa di Washington genera una “nuova intifada” contro Israele. Una decisione “insensata”, afferma in una nota il ministero degli Esteri di Teheran, che infiamma il mondo musulmano e potrebbe innescare una escalation di violenza.

Il premier libanese Saad Hariri ha espresso la sua “piena solidarietà” nei confronti del popolo palestinese e parla di un fronte arabo solidale contro la scelta di Trump, che apre un nuovo fattore di discordia nella regione.

La nazione musulmana più popolosa al mondo, l'Indonesia, ha convocato l’ambasciatore statunitense per esprimere la propria “condanna” alla decisione di Trump, invocando peraltro un “ripensamento”.

Se Israele esulta, le cancellerie di tutto il mondo si interrogano preoccupate sulle ricadute di questa decisione della Casa Bianca, che complica ancora di più tutto lo scacchiere mediorientale.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha indetto una riunione di emergenza in cui si discuterà della controversa vicenda.

L’incontro, chiesto da otto nazioni, fra cui Italia, Francia e Gran Bretagna dovrebbe iniziare con un intervento del segretario generale Onu Antonio Guterres. A poche ore dal discorso di Trump il capo delle Nazioni Unite ha ricordato che lo status della Città Santa può essere risolto solo attraverso negoziati diretti fra israeliani e palestinesi.

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