I 20 anni della Convenzione di Ottawa

I 20 anni della Convenzione di Ottawa
Di Cinzia Rizzi
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Il 3 dicembre 1997, 122 Stati firmarono la convenzione che metteva al bando le mine antiuomo. Da allora diminuirono le vittime, ma negli ultimi 3 anni è stato riscontrato un aumento del numero di morti e feriti per gli ordigni esplosivi

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Vent'anni fa in Canada veniva firmata la cosiddetta Convenzione di Ottawa, che proibiva uso, stoccaggio, produzione e vendita di mine antiuomo. Fu un grande apporto da parte dello Stato nordamericano alla pace e alla sicurezza mondiale. Più di 51 milioni di mine da quel 3 dicembre 1997 vennero distrutte.

122 Stati firmarono quel giorno la Convenzione, negli anni a venire se ne aggiunsero altri 40. 34 non aderirono all'accordo, inclusi Stati Uniti, Russia e Cina.

Dall'entrata in vigore del trattato, il numero delle persone morte o ferite a causa delle mine antiuomo per anno è diminuito drasticamente. Dai circa 30.000 agli inizi degli anni '90, si è passati a 3.000 nel 2013. Tuttavia, il numero è tornato a crescere negli ultimi tre anni. L'ultimo dato conosciuto, quello del 2015, parla di 6.461 persone colpite. Otto volte su dieci, si tratta di civili e nel 38% dei casi, sono dei bambini.

La ragione è da cercare nelle mine antiuomo per così dire artigianali, fabbricate cioè da gruppi armati non statali, ad esempio in Siria, Afghanistan, Yemen, Libia o Iraq. In quest'ultimo Paese, lo Stato Islamico se n'è servito nelle città per rallentare l'avanzata dell'esercito e dei suoi alleati. Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dal "Geneva International Centre for Humanitarian Demining" (Gichd) ci sarebbero inoltre sei Stati non aderenti alla Convenzione, che dete gono potenzialmente decine di milioni di mine nei loro arsenali.

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