L'aiuto di Erdogan all'Iran per violare le sanzioni Usa

Potrebbe esserci la mano del Presidente turco Erdogan dietro alle manovre di riciclaggio di denaro che avrebbero aiutato l'Iran ad aggirare le sanzioni internazionali imposte dagli Stati Uniti.
A rivelarlo Reza Zarrab, il magnate dell'oro di origini iraniane, arrestato nel 2016, chiamato a testimoniare, nel corso del processo a New York che vede coinvolto il banchiere turco Hakan Atilla. Erdogan, ha detto Zarrab, avrebbe autorizzato personalmente un'operazione miliardaria tra Turchia e Iran per trasgredire ai diveti imposti a Teheran.
A dare il via libera sarebbe stato l'allora ministro delle Finanze.
Giovedì il presidente turco ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'affare, spiegando di non aver violato in alcun modo le sanzioni. Il suo portavoce ha parlato di un complotto ai danni del presidente.
La testimonianza arriva nel terzo giorno del processo contro Hakan Atilla, uno dei dirigenti della banca turca Halkbank coinvolta nello scandalo. Oltre ai 9 imputati, sarebbero 47 gli arresti effetuati da parte delle autorità americane.
Fondi depositati in turchia utilizzati per un complesso sistema di ricilaggio, questo lo schema al centro dell'indagine, che tra il 2010 e il 2015 avrebbe permesso all'Iran di evitare le sanzioni statunitensi che vietavano investimenti e acquisti in quasi tutti i settori del commercio.
Un caso dalle conseguenze potenzialmente importanti non solo per la politica interna turca e il ruolo di Erdogan, ma anche per le relazioni tra Washington e Ankara.