Il magnate e faccendiere turco-iraniano si dichiara colpevole di riciclaggio e frode bancaria e decide di collaborare con la giustizia statunitense. Sarebbe stato l'uomo centrale di uno scambio oro-petrolio volto ad aggirare le sanzioni a carico dell'Iran.
Il processo al magnate turco-iraniano che fa innervosire la Turchia. Il magnate dell'oro Reza Zarrab si è dichiarato colpevole e ha deciso di cooperare con la giustizia americana in un caso che potrebbe creare più di un problema al Presidente Recep Tayyip Erdoğan, a cui l'imputato è legato a doppio filo.
Di cosa è accusato Zarrab: 34 anni, soprannominato "Goldfinger" per la fortuna fatta nel mercato dell'oro, avrebbe aggirato le sanzioni internazionali a carico dell'Iran grazie alla complicità di banche turche, da cui l’accusa di riciclaggio e di frode bancaria.
Giudicato da un tribunale di New York Zarrab è stato arrestato a marzo dell'anno scorso e la sua testimonianza lascia scoperte una serie di personalità di primo piano del governo Erdogan a partire dall'ex-Ministro dell'Economia turco Zafer Caglayan, al quale il faccendiere turco-iraniano avrebbe versato tangenti per un totale di 10 miliondi di dollari.
Altro possibile personaggio chiave del potere di Ankara sospettato di corruzione è Egemen Bağış, parlamentare ed ex-consigliere del Primo Ministro per la politica estera.
Nell'enorme macchina economico-finanziaria i cui meccanismi venivano oliati da Zarrab aveva un ruolo cruciale il banchiere turco Mehmet Hakan Atilla, attualmente il solo accusato del processo, attraverso il quale i dettagli sul ruolo diretto di Anakara potrebbero sgorgare come da un rubinetto aperto.