In Marocco il sole splende piu' forte

In Marocco il sole splende piu' forte
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Nuove tecnologie al servizio dell'energia solare concentrata. Il Green Energy Park di Ben Guerir e' all'avanguardia

Il sistema a specchi mette a fuoco la luce del sole, il riscaldamento è intenso, sembra essere una fonte abbondante di energia facilmente disponibile: quindi come puo’ essere davvero migliorata questa tecnologia per renderla ancora più competitiva?”

Il Marocco, con il suo bel sole mediterraneo, sembra l’ideale per saperne di piu’ sull’energia solare. Siamo andati al “Green Energy Park”, un centro di ricerca che si trova a Ben Guerir, a nord di Marrakech: il centro concentra la sua attività su diverse tecnologie, tra cui il CSP (Concentrated Solar Power), l’energia solare concentrata.

“Il più grande vantaggio della tecnologia CSP è che la fonte è priva di costi, cioè il sole. Un altro vantaggio è che è relativamente compatta e l’efficienza del sistema è buona, rispetto ad altre tecnologie come i pannelli fotovoltaici, con i quali è in evidente competizione”, spiega Falk Mohassemb, coordinatore del progetto europeo MinWaterCSP. .
Ma gli specchi, nei climi caldi come quello del Marocco, sono difficili da tener puliti. Il vento porta polvere dai deserti vicini. Lavarli è difficile, l’acqua scarseggia. Il progetto europeo di ricerca MinWaterCSP – tra i partner, anche il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università La Sapienza di Roma – mira a ridurre l’uso dell’acqua negli impianti. Gli scienziati misurano la capacità di riflettere degli specchi per scegliere il programma di pulizia più adatto.

Ancora più acqua viene utilizzata nel ciclo di produzione dell’ energia, in particolare per il raffreddamento. Per risolvere questo problema, i ricercatori stanno sviluppando sistemi di raffreddamento che possano utilizzare l’aria anzichè l’acqua, almeno quando è meno caldo. Stanno anche affrontando il problema dei sali che si accumulano sui tubi e che riducono le prestazioni delle centrali elettriche.

“Si tratta di un problema legato alla qualità dell’acqua utilizzata, che alla fine riduce l’efficienza dei condensatori e della centrale elettrica, impedendo lo scambio termico tra il tubo e l’acqua utilizzata per il raffreddamento”, spiega El Ghali Bennouna, ricercatore dell’Istituto di Ricerca IRESEN.

Per scoprire quali sostanze chimiche influenzano maggiormente i sistemi di raffreddamento, i ricercatori stanno conducendo un esperimento: aggiungono diversi sali in un sistema di prova che simula continuamente il raffreddamento ad acqua. I risultati mostreranno quali sostanze chimiche devono essere tolte per impedire l’accumulo di sale.

“Forse non potremo eliminare del tutto l’incrostazione, ma almeno ridurla…cosi lo scambio di calore nello scambiatore sarà migliore e questo ci permettera’ darà un raffreddamento ottimale”, dice Afaf Zaza, esperta di scambi termici dell’IRESEN.

Questo può portare a notevoli risparmi di acqua. Ad esempio, i sistemi di raffreddamento potrebbero utilizzare acqua riciclata da altri processi industriali. Questi e altri metodi per risparmiare acqua renderanno gli impianti CSP più competitivi, contribuendo a promuovere una tecnologia rispettosa dell’ambiente nelle zone del mondo che si affidano fortemente ai combustibili fossili.

“Diventerà più conveniente costruire gli impianti CSP in diverse regioni del mondo in cui la scarsità dell’acqua è un problema”, continua Falk Mohasseb. “Certi paesi non erano interessati all’uso del CSP, ma ora potrebbero finalmente esserlo. E’ importante che questi paesi siano meno dipendenti dai combustibili fossili. Significa che ci sarà meno uso di fonti energetiche non rinnovabili, e puo’ essere l’impatto più importante di questa ricerca”,
I ricercatori stimano che questi miglioramenti tecnologici possono consentire un risparmio fino al 25% dell’acqua utilizzata per la pulizia degli specchi e fino al 95% di acqua persa per l’evaporazione nei sistemi di raffreddamento.
Per maggiori informazioni: www.minwatercsp.eu

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Ricostruire l'habitat marino distrutto dalle attività umane

Costruire in modo più veloce e sicuro: un robot potrebbe rivoluzionare l'edilizia

Nanocargo: la tecnologia che promette di combattere il tumore al seno