Terremoto in Messico: la ricostruzione è tutta in salita

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Di Euronews
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Il Presidente Peña Nieto in Chiapas: "La prima difficoltà è identificare tutte le regioni e le comunità colpite"

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Prima il difficile compito di garantire soccorsi e alloggi di fortuna, poi il titanico sforzo della ricostruzione. È tutto in salita il cammino del Messico piegato dal terremoto, che il presidente Enrique Peña Nieto profila a stampa e sfollati, nella sua visita in Chiapas. Le prime stime identificano in circa 2,5 milioni le persone in attesa di aiuti e sistemazioni di fortuna. La conta delle comunità colpite è però ancora molto approssimativa.

“La priorità è ora soccorrere tutti coloro che sono in difficoltà – dice -. Le zone più danneggiate, geograficamente, sono purtroppo molto frammentate. Dobbiamo prima di tutto recensirle per poi valutare gli interventi di ricostruzione”.
L’appello lanciato in proposito da Peña Nieto è a uno “sforzo di solidarietà nazionale”, che coinvolga anche i colossi dell’edilizia, per un giro d’appalti e di pesos che già si annuncia da capogiro.

Il Presidente ha poi rivisto a 96 morti il bilancio del sisma di magnitudo 8.2, che la scorsa settimana ha scosso il Paese: confermando in 76 il numero delle vittime nello stato di Oaxaca e in 4 quelle registrate nello stato di Tabasco, Peña Nieto ha invece aggiornato da 15 a 16 quelle contate in Chiapas. Nonostante il più limitato numero di perdite umane, quest’ultimo registra importanti danni materiali. Sempre in base a numeri forniti dallo stesso Presidente, i 2/3 delle due sue 122 municipalità necessiterebbero di importanti interventi di ricostruzione.

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