Malala Yousafzai chiede a Aung San Suu Kyi di rompere il silenzio
87 mila persone appartenenti alla comunità Rohingya sono fuggite dal Myanmar in Bangladesh. La cifra, fornita della Nazioni Unite, è relativa agli ultimi 10 giorni dell’ondata di violente repressioni da parte dell’esercito birmano.
Gli ultimi arrivi degli apolidi della minoranza musulmana stanno mettendo a dura prova i già sovraffollati campi profughi del Bangladesh e circa 20mila rifugiati sono ammassati sul confine in attesa di entrare.
Aung San Suu Kyi, la Premio Nobel per la Pace divenuta la leader de facto del governo birmano, è intervenuta solo per accusare la minoranza musulmana di utilizzare bambini-soldato, mentre un altro premio Nobel, Malala Yousafzai, le chiede di rompere il silenzio e condannare il “vergognoso trattamento” nei confronti dei musulmani in Myanmar.
Proteste anche in Indonesia, mentre Dacca, da parte sua, sembra consentire ai rifugiati di entrare più facilmente rimandarli indietro e – riferiscono fonti Onu – i residenti starebbero anche aiutando coloro che non trovano rifugio nei campi.
Nonostante decenni di restrizioni e di persecuzioni nella ex Birmania, i Rohingya non erano quasi mai ricorsi alla lotta armata.