Si concentrano su Abdelbaki Es Satty, l’imam di Rippoll, cittadina a nord di Barcellona, le indagini sull’attentato in cui giovedi hanno perso la vita 14 persone. il sospetto è che l’uomo sia morto nell’esplosione avvenuta nel paese di Alcanar e che appartengano a lui i resti umani ritrovati sul posto. La polizia ha perquisito il suo alloggio. “Non ci conosciamo, dice questo vicino di casa, non posso dire nulla. Ognuno ha la sua testa…non so se si sia messo in qualcosa di pericoloso, non sono contento, sono molto spaventato”.
Gli inquirenti sospettano che fosse Es Satty a maneggiare le bombole a gas esplose all’interno dell’appartamento di Alcanar, mercoledi scorso, la sera prima dell’attacco sulla rambla. E che quelle bombole servissero per compiere una strage ancora peggiore. Nella Moschea di Ripoll tutti conoscevano l’imam.
Per il presidente della moschea di Ripoll, Ali Yassine: “Era una persona normale, regolare. Come tutti gli Imam delle moschee, non abbiamo notato nulla, mai. Se avessi notato qualcosa, sarei stato il primo a chiamare la polizia”
Potrebbe essere stato proprio l’imam il responsabile della radicalizzazione dei giovani componenti della cellula che ha agito a Barcellona. Mohamed Ichamy ne faceva parte ed è stato ucciso dalla polizia.
Halima, madre di MOhamed, racconta di aver sentito il figlio pochi giorni prima dell’attentato: “Mohammed mi ha chiamata per dirmi che era in vacanza fino al 25 agosto. Gli ho chiesto dove fosse e mi ha risposto che era al mare con degli amici”.
E mentre proseguono le ricerche di Younes Abouyaaqoub, l’unico componente della presunta cellula non ancora rintracciato, la comunità islamica di Rippol ha espresso il suo cordoglio per le vittime e fermamente condannato l’attentato.
Barcellona: si indaga sul ruolo dell'imam di Ripoll, forse morto nell'esplosione ad Alcanar

Di Euronews