Filippine, 700 morti nella guerra contro l'Isil

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Di Gioia Salvatori
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In tre mesi di scontri al Sud centinaia di vittime, la maggior parte terroristi e soldati. Quasi mezzo milione di civili sfollati

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Almeno 700 persone sono morte nel sud delle Filippine in tre mesi di scontri tra l’esercito nazionale e i jihadisti del sedicente Stato Islamico.
La maggior parte delle vittime sono terroristi, ma anche una cinquantina di civili hanno perso la vita, gente che da mesi vive assediata dalle parti di Marawi. Anche questo lunedì ancora nuovi scontri e altri 25 morti.
L’ultimo bilancio è di un portavoce dell’esercito secondo il quale i guerriglieri legati all’Isil, hanno ormai solo 40 combattenti ma la stima è approssimativa e rinfrozi arrivano, alla bisogna, da tutta la regione di Mindanao dove abitano 20 milioni di persone.
Nella regione vige da settimane la legge marziale, dichiarata dal presidente filippino Rodrigo Duterte. Circa mezzo milione sono gli sfollati: fuggiti per salvarsi dagli scontri. Per cercare di sconfiggere l’Isil delle Filippine il governo ha anche firmato un accordo con il Moro Islamic Liberation Front: un gruppo musulmano armato che si contrappone ai jiadisti del Daesh.

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