Salgono a 8 gli arresti nell’ambito delle indagini sull’attentato kamikaze della Manchester Arena. Per gli inquirenti sono implicati in quella che si confermerebbe essere una cellula terroristica. L’attentato kamikaze costato la vita a 22 persone e che ha fatto decine di ferite non sarebbe dunque stato il gesto di un lupo solitario, Salman Abedi, ventenne britannico di origini libiche, come le autorità del Regno Unito avevano sospettato sin dalle prime fasi dell’indagine.
Nel frattempo le forze antiterrorismo libiche hanno arrestato il fratello del kamikaze e il padre che prima dell’arresto, descriveva un giovane normale: “Salman studiava al Northenden College, a Sud di Manchester, non aveva particolari problemi, aveva concluso i primi due anni con ottimi voti, avevo parlato con lui meno di una settimana fa”.
Una descrizione che non trova riscontro negli elementi emersi dall’indagine ed ottenuti dal New York Times: il quotidiano ha pubblicato una serie d’immagini scattate sul luogo dell’attentato, all’entrata della sala concerto. Inclusi quelli che sarebbero i resti del detonatore. Elementi probatori che sin dall’inizio avevano lasciato pensare non già ad un’azione improvvisata ma piuttosto ad un’operazione pianificata nei dettagli.
Mentre Manchester piange le sue vittime, la Premier britannica Theresa May, che ha annunciato l’innalzamento del livello d’allerta nel Paese ed affiancato l’esercito alle forze di polizia, ha deciso di ridurre la sua permanenza al G sette di Taormina, per restare nel Regno Unito.
BREAKING: Seventh arrest made over Manchester bombing after police storm Nuneaton address https://t.co/HNEobkJkQUpic.twitter.com/bUzyGBA0sI
— Daily Express (@Daily_Express) 24 maggio 2017