In due anni previsti tagli pari al 2 % del Pil. In cambio prosegue il piano di salvataggio e si apre la trattativa per il taglio del debito
Tagli alle pensioni, liberalizzazioni negli orari di apertura dei negozi, abbassamento della soglia per l’esenzione dalle tasse da 8mila a 6mila euro, nuove tasse e privatizzazioni. Sono solo alcune delle misure previste dall’acccordo tra Atene e i suoi creditori raggiunto all’alba di questo martedì. In tutto la Grecia promette tagli e risparmi per 2 punti percentuali di pil in due anni.
In cambio delle misure di austerity verrà sbloccata una nuova tranche del piano europeo di salvataggio da 86 miliardi e Atene a luglio potrà pagare 7 miliardi ai creditori. Inoltre se passano le riforme Atene potrà aprire una trattativa con i creditori, UE, BCE e FMI, per il taglio del debito greco.
“Questo piano non è la fine dei problemi perché ogni piano ulteriore finalizzato alla riduzione del debito richiederà nuovi pesanti impegni da parte della Grecia, e non è neanche immaginabile quali potrebbero essere”, è l’opinione di Panagiotis Petrakis professore dell’ Università di Atene.
Secondo il ministro dell’economia greco, Euclid Tsakalotos, invece, che ha tenuto una conferenza stampa alla fine delle trattative, il piano è sostenibile.
“Io ero un professore universitario e la mia pensione è stata già tagliata del 60 %. Per me sono tempi duri, è veramente difficile adattarsi a queste nuove condizioni” – racconta un uomo.
“A mala pena ce la facciamo. Immagini che nel blocco di appartamenti in cui vivo su 8 famiglie solo io e il tassista al piano di sopra, abbiamo un vero impiego” – fa una donna.