In coda per il voto i francesi all'estero

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Al voto per le presidenziali anche i francesi all’estero.

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Al voto per le presidenziali anche i francesi all’estero. Lunghe code si sono formate davanti al liceo Charles de Gaulle a Londra.

La capitale del Regno Unito conta numerosi cittadini d’oltre Manica, tanto che Londra viene spesso da loro definita come la “sesta più grande città francese”. Appellativo che i britannici non avranno certo gradito.

Chi sta vivendo sulla propria pelle la Brexit, non vuol sentire parlare di “Frexit”. Una francese nei pressi del seggio londinese ricorda l’importanza di dover fare “una buona scelta, anzi, una buonissima scelta”.

Da Londra a Bruxelles. Il sentimento è lo stesso davanti ai seggi apperti ai francesi che vivono nella capitale de facto dell’Unione europea. Un’elettrice dichiara: “Non possiamo smantellare la già fragile Europa. È un lusso che non possiamo permetterci. Dobbiamo essere responsabili di fronte a questa prospettiva”.

Marine Le Pen ha promesso che, in caso di vittoria, non permetterà ai suoi connazionali di avere un passaporto di un paese al di fuori dell’Unione Europea, unica eccezione per la Russia.

La notizia non è stata accolta bene a Tel Aviv. Gli ebrei, ricorda un elettore franco-israeliano, si sentono particolarmente minacciati dopo gli attacchi terroristici in Francia. “Staremo a vedere”, aggiunge, “se l’attentato di due giorni fa influenzerà l’esito”.

Gli ebrei francesi non hanno ancora dimenticato le accuse di anti-semitismo che si è attirato Jean-Marie Le Pen, nonostante i tentativi della figlia Marine di smarcarsi. E in generale preferirebbero non veder trionfare un candidato estremista, sia di destra che di sinistra.

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