Fillon e l'Eliseo: il sogno di una vita, maturato all'ombra di Sarkozy

Fillon e l'Eliseo: il sogno di una vita, maturato all'ombra di Sarkozy
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Di Diego Giuliani
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Una vita tra le auto blu, ma ancora nessuna che l’abbia depostitato all’Eliseo da Presidente.

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Una vita tra le auto blu, ma ancora nessuna che l’abbia depostitato all’Eliseo da Presidente. Da quella di sindaco ai più prestigiosi banchi di Consigli regionali e Assemblea Nazionale, François Fillon, dall’inizio degli anni ’80, è passato per tutte le poltrone della politica, tranne la più prestigiosa.

Sotto la stella di Sarkozy

Fin dagli albori dell’UMP tra i fedelissimi di Sarkozy,
lo accompagna nella sua ascesa politica. Se quest’ultimo corre, Fillon insegue però ancora i suoi sogni. La fedeltà mostrata finisce per pagare e nel 2007 l’ascesa dell’amico alla Presidenza gli vale un quinquennio da Primo ministro che gli permette di acquisire credibilità come candidato per il dopo-Hollande.

La vittoria a sorpresa su Fillon e il thatcherismo da prima pagina

Una palestra – e un’esperienza – che alle primarie della destra del novembre 2016 gli permettono a sorpresa di avere la meglio anche sull’antico sodale Alain Juppé e ultra-liberismo di impronta thatcheriana gli costano la derisione in prima pagina del quotidiano Libération e qualche frizione in seno al partito. Più che piegarsi, Fillon cavalca però l’onda e si propone come moralizzatore della politica.

Moglie e figli pagati dai contribuenti? Lo scandalo dei presunti impieghi fittizi

A guastargli la festa è il giornale satirico Le Canard enchaîné che denuncia presunti impieghi fittizi a moglie e figli a spese dei contribuenti. Se il “Penelopegate”, come viene ribattezzato a causa del nome della moglie, non spazza via del tutto la credibilità di Fillon, nell’immagine di politico granitico e irreprensibile che ha voluto opporre agli avversari più scomodi si aprono crepe sempre più profonde.

Il boomerang della moralizzazione e la fermezza come parola d’ordine

Quando a metà marzo viene indagato per appropriazione indebita di fondi pubblici e altri reati, la sua crociata per la moralizzazione della politica si trasforma in boomerang. Se “Fillon en prison”, Fillon in prigione, è l’irresistibile rima che ispira piazza e avversari politici, il sostegno comincia a vacillare anche tra gli stessi Republicains. Si aggrappa allora alla moglie – e ai suoi fedelissimi – incurante di chi invoca un suo passo indietro e fa anzi della sua fermezza una nuova parola d’ordine.

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