Gabriele del Grande, blogger italiano diventato famoso perché rapito

Gabriele del Grande, blogger italiano diventato famoso perché rapito
Di Alberto De Filippis
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La paradossale storia di un freelance italiano che ha coperto guerre ed eventi scontrandosi con la cecità dei media mainstream italiani

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#iostocongabriele, dietro questo hashtag si sta sviluppando la campagna che chiede l’immediata liberazione del blogger e documentarista fermato ormai una decina di giorni fa in Turchia mentre stava cercando di raggiungere la Siria. Gabriele del Grande ha anche iniziato uno sciopero della fame viste le difficoltà che gli stanno creando le autorità di Ankara. Il viceconsole italiano e l’avvocato turco dell’uomo, non hanno potuto accedere al centro di Mugla dove è detenuto.

Nella prima telefonata concessa alla compagna, Alexandra d’Onofrio, la donna ha riferito le parole di Gabriele del Grande: “Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Entro in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”.

Al comportamento di totale chiusura della Turchia si somma però una nuova polemica legata alla condizione di freelance di del Grande che, in passato, si è scontrato con la cecità delle testate italiane che spesso lo hanno ignorato anche quando era uno dei pochissimi giornalisti ad essere ad esempio ad Aleppo durante i bombardamenti. Nel suo blog, spesso l’unia possibilità di farsi sentire, fortresseurope ha raccontato molti dei suoi viaggi nei luoghi più complicati del mondo per dar voce agli ultimi.

Ha raggiunto una certa notorietà con il documentario scritto a più mani io sto con la sposa, adesso è sulla bocca di tutti per essere stato arrestato mentre cercava di svolgere il suo lavoro. Celebrato anche da quelli che, nemmeno troppo tempo fa, non gli rispondevano nemmeno al telefono.

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