Omicidio su Facebook: caccia all'uomo in tutti gli USA e taglia da 50.000$

Omicidio su Facebook: caccia all'uomo in tutti gli USA e taglia da 50.000$
Di Diego Giuliani
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L'FBI ha promesso una ricompensa per ogni informazione utile. La ricerca dell'uomo estesa praticamente in tutto il Paese. La polizia: "Si arrenda"

La polizia di Cleveland: “Contatti un amico e si arrenda: vogliamo tutti una soluzione pacifica”

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Panico tra le forze dell’ordine e crescente imbarazzo per Facebook. Due giorni dopo l’omicidio trasmesso in diretta internet, dalla città di Cleveland, la caccia all’uomo si estende praticamente a tutti gli Stati Uniti. Una ricompensa da 50.000$ è stata inoltre promessa dall’FBI a chiunque fornisca informazioni utili alla sua cattura.

Mayor Jackson: Reward of up to $50,000 from ATF, FBI, Crimestoppers for information leading to the arrest of Steve Stephens.

— Cleveland Police (@CLEpolice) 17 aprile 2017

“Ne ho uccisi 13 e sto cercando il 14°”, aveva detto l’uomo, in un video postato dopo l’omicidio di domenica. La polizia dell’Ohio – che nega siano state individuate altre vittime e considera tali rivendicazioni come prive di fondamento – ha intanto esteso le ricerche del fuggitivo a tutto il Paese. “Gli chiediamo di consegnarsi – ha detto il suo numero uno, Calvin Williams -. Contatti un parente, un amico. E sappia che ci sono molte persone pronte a parlare con lui e che vogliono che questa situazione si risolva in modo pacifico”.

L’appello delle autorità: “In fuga a bordo di un’auto bianca. Non avvicinatelo”

Alleged Facebook video killer Steve Stephens may have fled the state of Ohio, Cleveland police say https://t.co/b1AuMCHgKfpic.twitter.com/iZBwqJTNci

— NBC News (@NBCNews) 17 avril 2017

L’ultimo avvistamento confermato dell’uomo è situato sul luogo dell’omicidio, a Cleveland. A mostrarlo lo stesso video che l’uomo ha trasmesso in diretta Facebook, prima che due ore dopo fosse rimosso. Lo si vede avvicinare un anziano sul marciapiede e chiedergli di pronunciare un nome, quello della sua ex-fidanzata, prima di dirgli che è lei la causa di quanto sta per accadergli. È allora che si vede Steve Stephens, questo il nome dell’omicida, sparargli a bruciapelo. La polizia ritiene che possa ora circolare a bordo di una Ford Fusion di color bianco o crema e invita chiunque lo avvistasse a non avvicinarlo e ad avvertire immediatamente le autorità.
La vittima, Robert Godwin, era un pensionato di 74 anni, che secondo i media americani aveva appena trascorso la Pasqua in famiglia, prima di essere avvicinato e ucciso da Stephens.

Il video dell’omicidio online per due ore: Facebook corre ai ripari

Pollice verso intanto per Facebook: le due ore durante le quali il filmato dell’omicidio è rimasto online costringono il presidente Justin Olofsky a promettere una pronta revisione delle procedure, per rendere più immediate le segnalazioni di contenuti a rischio.

Please please please stop retweeting that video and report anyone who has posted it! That is my grandfather show some respect #Cleveland

— Ryan A. Godwin (@god_winr) 16 aprile 2017

Tra i primi a lanciare l’appello il nipote della vittima, che su Twitter aveva invitato a non condividere il videoL’annuncio di Olofsky interviene a due mesi da quello dello stesso Mark Zuckerberg, che in un manifesto dedicato agli “impegni sociali” di Facebook aveva menzionato l’intenzione di applicare l’intelligenza artificiale all’individuazione di fotografie e video dai contenuti contrari agli standard della compagnia.

L’accaduto riaccende i riflettori sulle politiche di Facebook, proprio nei giorni della sua tradizionale conferenza degli sviluppatori, che ha luogo in questi giorni in California.

Morte e stupri in diretta: quando la violenza corre sul web

L’omicidio di Cleveland è soltanto l’ultimo di una serie di episodi di violenza, diffusi tramite Facebook. Al pari di quest’ultimo, a marzo lo stupro di gruppo di una quindicenne era stato trasmesso in diretta streaming da Chicago. A gennaio, tre uomini erano stati arrestati in Svezia, per un episodio molto simile e lo scorso anno, un 23enne era ricorso agli stessi canali per diffondere il video di scontri con la polizia, che a Baltimore, negli Stati Uniti, si erano conclusi con l’uccisione di una donna da parte degli agenti.

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