Il provvedimento era stato introdotto nel 2008, quando la crisi economica aveva colpito duramente il Paese
In Islanda finisce l’era del controllo sui capitali. L’annuncio arriva dal primo ministro Bjarni Benediktsson, affiancato dal ministro delle Finanze e dal governatore della Banca Centrale islandese. Le misure verranno sospese a partire da martedì. Erano state introdotte quasi dieci anni fa, dopo che la crisi finanziaria aveva messo in ginocchio l’economia del Paese. Lo scorso anno erano stati ridotti i controlli per i residenti. Ora però il cambiamento riguarderà individui, aziende e fondi pensione.
“Si potrebbe dire – spiega il premier – che i controlli sui capitali siano stati una parte necessaria per ricostruire l’economia dopo il crollo. I controlli finanziari hanno avuto effetto su persone e imprese – c’era l’obbligo di rimpatriare la valuta estera e sono state applicate grandi restrizioni sui movimenti di capitale”.
L’annuncio ha avuto pesanti ripercussioni sulla corona islandese che ha toccato i minimi sull’euro da tre settimane.
I controlli sui capitali vennero imposti nel 2008 dopo il collasso delle tre principali banche del Paese. La divisa locale crollò e le autorità, in accordo con il Fondo Monetario internaizonale, decisero di imporre restrizioni ai flussi in entrata e in uscita dall’Islanda.
Nel 2016, il Pil islandese è cresciuto del 7,2%.