Le voci circolavano da giorni, ma oggi Paul Manafort, capo della campagna elettorale di Donald Trump, ha rassegnato le sue dimissioni.
Le voci circolavano da giorni, ma oggi Paul Manafort, capo della campagna elettorale di Donald Trump, ha rassegnato le sue dimissioni.
L’uscita di scena dello spin doctor segue la rivelazione di legami con la dirigenza politica ucraina filo-russa, nell’ambito di attività di lobbying a Washington.
Donald Trump ha diffuso un commento, con cui conferma di aver accolto la rinuncia di Manafort, definito “un vero professionista”.
Nei giorni scorsi il New York Times ha rivelato che l’esperto di comunicazione ha incassato 12,7 milioni di dollari dal partito dell’ex presidente filorusso dell’Ucraina, Viktor Yanukovic.
Una accusa che circola da tempo in Ucraina.
“Sistematicamente, e per anni, ha ricevuto denaro sporco dal Partito delle Regioni. Abbiamo anche ottenuto documenti che purtroppo non possiamo mostrare, a causa del segreto istruttorio”.
L’abbandono di Manafort e la vicenda dei fondi ucraini offre ai democratici nuove armi contro Donald Trump, accusato di intrattenere rapporti ambigui con ambienti legati alla Russia di Putin.