Rio 2016: giallo attorno al furto. Autorità bloccano rientro in patria dei nuotatori Usa

Rio 2016: giallo attorno al furto. Autorità bloccano rientro in patria dei nuotatori Usa
Di Alberto De Filippis
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Un furto che non sembra tale. Inquirenti brasiliani vogliono vederci chiaro nella denuncia di furto di alcuni nuotatori statunitensi

Tutti sanno che Rio può essere una città pericolosa, soprattutto di sera. I furti ai turisti sono una consuetudine. Qualcuno però potrebbe anche marciarci su queste storie.

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È quanto sospettano gli inquirenti brasiliani che vogliono vederci chiaro nel racconto dei nuotatori olimpici americani che hanno raccontato di essere stati rapinati sabato scorso. Per questo il nuotatore americano Ryan Lochte e tre suoi compagni di squadra James Feigen, Gunnar Bentz e Jack Conger, non potranno lasciare il Brasile per ora.

Per loro anche un mandato di comparizione e di sequestro dei passaporti recapitato al villaggio olimpico, dove però non c’erano: Lochte già in patria.

I nuotatori americani hanno raccontato di essere stati rapinati di ritorno da una festa da uomini armati che li hanno fermati mentre erano a bordo di un taxi. Uno dei rapinatori – che sarebbero stati vestiti da poliziotti avrebbe anche puntato una pistola alla testa di Lochte. Lo stesso Lochte ha riferito alla forze dell’ordine che in quel momento era
ubriaco e che non aveva ricordi precisi. Secondo il loro racconto, inoltre, avrebbero fatto ritorno al villaggio alle 4 di mattina, ma ora spunta il video delle telecamere di
sorveglianza che li ritrae mentre rientrano alle 7, e in cui appaiono sobri, e depositano negli appositi vassoi orologi, cellulari e altri oggetti. Questo ha fatto insospettire gli inquirenti.

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