Per la Russia i corridoi umanitari funzionano, l'Onu è diffidente.
13 civili sono morti venerdì ad Aleppo, 10 dei quali nell’area controllata dai ribelli bombardata dagli aerei del regime. Nove erano bambini, secondo le cifre fornite dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Sempre secondo l’Osservatorio, almeno 115 civili sono morti nei raid aerei dal 31 luglio, data dell’inizio della controffensiva dei ribelli, appoggiati dal gruppo jihadista Fatah al Sham, l’ex al Nusra.
Le forze di Assad da metà luglio circondano la città, la cui parte est è in mano agli insorti.
A fine luglio la Russia, di concerto con Damasco, ha annunciato l’apertura di corridoi umanitari per permettere ai civili di fuggire. Da allora, si susseguono notizie contrastanti: secondo alcune fonti i corridoi funzionano, secondo altre solo poche decine di famiglie ne hanno approfittato. Sembra anche che i miliziani di Fatah al Sham sparino sui civili per impedir loro di andarsene. Le Nazioni Unite, dal canto loro, hanno chiesto di assumere il pieno controllo dei corridoi umanitari.