Dopo Apple, è Microsoft a sfidare il governo statunitense sul terreno della difesa della privacy. Il colosso di Redmond ha citato in giudizio il
Dopo Apple, è Microsoft a sfidare il governo statunitense sul terreno della difesa della privacy. Il colosso di Redmond ha citato in giudizio il dipartimento alla Giustizia, accusandolo di violare la costituzione.
In un anno e mezzo, il gruppo afferma di aver ricevuto più di 5.600 richieste di accesso alle email dei suoi clienti. Richieste che, in oltre la metà dei casi, erano accompagnate dal divieto di informare gli utenti interessati da queste perquisizioni digitali.
La causa, intentata davanti a una corte federale di Seattle, è un ulteriore prova degli sforzi delle imprese tecnologiche per rassicurare i clienti, mostrandosi attente alle loro inquietudini.
In attesa che le leggi vengano adeguate all’epoca di Internet e del cloud, saranno i tribunali a dover trovare un equilibrio tra diritto alla riservatezza e sicurezza nazionale.