Panama Papers: Germania e Nuova Zelanda al contrattacco

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Di Euronews
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Il Ministro delle finanze tedesco propone un "piano in dieci punti". Sotto accusa per la sua legislazione, Wellington apre a una riforma

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Un piano in dieci punti dalla Germania, la disponibilità a ottimizzare la legislazione dalla Nuova Zelanda. Sulla scia dell’indignazione suscitata dalle rivelazioni dei Panama Papers, fioriscono nuove proposte per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Fulcro della strategia elaborata dal Ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble è – come lui stesso ha spiegato -, anzitutto un’effettiva creazione di registri che, già previsti dalla IV Direttiva europea anti-riciclaggio dello scorso anno, permettano di risalire ai soggetti che oggi si nascondono dietro le società di comodo. Entro il 2017, Schäuble vorrebbe inoltre che ogni paese mettesse a disposizione degli altri tali registri, per incrociarne i dati e facilitare la cooperazione internazionale. Sempre secondo il piano del Ministro delle finanze tedesco se un paese si rifiutasse di ottemperare, come oggi in parte Panama e gli Stati Uniti, finirebbe su una lista nera.

Le carte dello studio legale Mossack Fonseca hanno però trascinato nella bufera anche la Nuova Zelanda: oggi nella classifica dei 21 paradisi fiscali più ricercati a causa, secondo la prestigiosa Australian Financial Review, di una legislazione troppo blanda e inadatta, che il premier John Key si è detto pronto a rivedere. E proprio tali falle avrebbero indotto Mossack Fonseca a suggerire ai propri clienti di puntare sulla Nuova Zelanda.

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