Panama papers. Cameron chiede scusa e ammette 'è tutta colpa mia' ma non pensa a dimettersi

Il premier britannico David Cameron, sempre più nella tempesta per i cosiddetti ‘Panama papers’, si è risolto a chiedere scusa. Ma, nel primo commento pubblico dopo lo scoppio dello scandalo, si è ben guardato dal mettere sul tavolo le proprie dimissioni, come ha fatto ad esempio, il collega islandese, visto poi che l’opposizione laburista non gliele ha neppure chieste.
è tutta colpa mia, ma ho imparato la lezione
In uno stile molto british, il premier spera di cavarsela con un battuta:
Non è stata una gran settimana, avrei dovuto e potuto gestire meglio tutta la vicenda, ma ho imparato la lezione. E non date la colpa a qualche anonimo consigliere di Downing street. La colpa è mia.
Tutto nasce dal fondo di proprietà di suo padre Ian.
“thanks dad”
— WikiLeaks (@wikileaks) 4 avril 2016
PM David Cameron in multi-miilion pound #PanamaPapers inhertence dodge
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Cameron ha ammesso di avere beneficiato degli investimenti
offshore che proponeva, come dimostrano le carte fatte filtrare dalla Mossack Fonseca di Panama. Il capo del governo ha
assicurato che, d’ora in poi, pubblicherà la propria dichiarazione dei redditi. Ma intanto le manifestazioni contro di lui si moltiplicano e si avvicina il primo test elettorale, con il voto locale in Inghilterra.