L’incertezza sulla possibilità o meno di riaprire sin da oggi l’aeroporto di Bruxelles dopo gli attentati del 22 marzo è durata poco: le condizioni
L’incertezza sulla possibilità o meno di riaprire sin da oggi l’aeroporto di Bruxelles dopo gli attentati del 22 marzo è durata poco: le condizioni in cui versa il terminal non consento di tornare ad aprire gli spazi al pubblico.
Le autorità aeroportuali confermano che per un ritorno alla normalità ci vorranno diversi mesi di lavoro. Ieri il personale di Zaventem è stato impegnato in un test sulla funzionalità delle strutture provvisorie installate nello scalo.
Anke Fransen, portavoce della compagnia che gestisce l’aeroporto: “In questi primi giorni si tratta di questioni assolutamente pratiche: l’organizzazione degli spazi, quali edifici sono recuparabili, cosa deve essere ricostruito. Poi bisogna pensare al personale: sono tutti pronti a tornare al lavoro? Come reagiscono gli impiegati di fronte allo shock, al fatto di tornare sui luoghi di una strage? Per molti di loro si tratterà di rimettere piede qui per la prima volta”.
Lo scalo che contava in media 5.000 passeggeri all’ora non è dunque pronto per funzionare nemmeno a scartamento ridotto, con 800 passeggeri all’ora (800 sono i dipententi dell’aeroporto che martedì hanno partecipato alla simulazione per testare la condizioi dello scalo).
Oggi tornano invece ad aprire tutte le stazioni della metropolitana di Bruxelles eccetto la fermata di Maelbeek dove sono esplose le bombe.
Le autorità belghe hanno intanto rivisto il bilancio, con 32 vittime invece delle 35 finora contate: una confusione causata dalla doppia nazionalità di 3 dei deceduti. Tra le persone ferite 90 sono ancora ricoverate in condizioni gravi.