Il ruolo della Turchia nella crisi migratoria al centro del summit Ue oggi e domani

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Quando la fuga dalla guerra diventa una lucrosa attività. A Smirne, in Turchia, il quartiere centrale di Basmane è uno degli snodi più importanti per

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Quando la fuga dalla guerra diventa una lucrosa attività. A Smirne, in Turchia, il quartiere centrale di Basmane è uno degli snodi più importanti per migliaia di persone che arrivano dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan e da altri Paesi. Da qui, come da altre località, si organizza e comincia la rischiosa traversata via mare per raggiungere prima le più vicine isole greche e successivamente il continente.

Un giro d’affari enorme, non soltanto per le mafie e la criminalità organizzata, ma anche per i piccoli commercianti che si sono adattati ai tempi con la vendita di giubbotti di salvataggio, salvagente e altri articoli adatti a chi si prepara a mettere la propria vita nelle mani degli scafisti.

Un residente di Smirne constata ora un calo delle partenze: “Nelle ultime settimane” dice “molte persone, molti siriani che erano davvero intenzionati a partire non l’hanno fatto, direi il 90%. Sono tornati e ci hanno detto di non essere potuti partire. Perchè la Germania non ci accetta più oppure perchè le condizioni climatiche non lo consentono, questo raccontano. In tanti pensano di aspettare l’estate”.

Nonostante le misure concordate dalla Turchia con l’Europa, secondo i dati Onu appena 4 giorni fa (13 marzo) oltre 1.400 persone sono arrivate ad Atene dalle isole più vicine alle coste turche.

Bora Bayraktar, corrispondente di euronews in Turchia: “L’attività qui a Basmane, punto logistico centrale per quanti cercano di raggiungere l’Europa, è notevolmente diminuita nelle ultime settimane” racconta. “Ma sarà con l’arrivo dell’estate che si potrà apprezzare realmente l’impatto delle misure adottate dalla Turchia”.

Nel vertice di Bruxelles del 7 marzo scorso Unione Europea e Turchia avevano raggiunto un accordo di principio in base al quale Ankara si impegna a riprendere i migranti arrivati clandestinamente in Europa in cambio di una serie di vantaggi. Primo fra tutti quello economico: 6 miliardi di euro di aiuti per gestire la pressione dei migranti. L’ipotesi è poi che il regime dei visti per i cittadini turchi venga eliminato in tempi più brevi (già a partire da giugno) e che vengano rilanciate le trattative per l’integrazione tra Turchia ed Unione Europea. Nel vertice europeo di oggi e domani il ruolo della Turchia nella crisi migratoria sarà uno dei temi centrali.

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