Brasile: la magistratura ferma la nomina di Lula, Dilma Roussef non ci sta

La nomina di Lula a nuovo capo di gabinetto di Dilma Rousseff divide il Brasile e aumenta il livello di scontro tra potere esecutivo e giudiziario. La magistratura ha sospeso a scopo cautelativo la sua nomina ma il governo vuole fare ricorso. A Brasilia sono scoppiati tafferugli tra manifestanti pro e contro l’esecutivo davanti alla presidenza della Repubblica dove si svolgeva la cerimonia di giuramento di Lula da Silva. Per il giudice federale la nomina nasce solo per sottrarre l’ex presidente dalle indagini della procura di Curitiba che lo accusa di frode fiscale e e occultamento di patrimonio nell’inchiesta Petrobras.
Ma Dilma Roussef non intende far passi indietro: “Il Brasile attraversa un periodo difficile sotto il profilo economico e politico, in questo momento non posso e non voglio fare a meno di nessuno. In questo momento dobbiamo restare uniti per il Brasile. Lula, la nostra base politica, i nostri cittadini e anche l’opposizione che vuole il meglio per questo Paese”.
Decine di migliaia di persone hanno manifestato a San Paolo per chiedere le dimissioni di Rousseff. A scatenare le proteste è stata la pubblicazione di un’intercettazione telefonica in cui Dilma informava il predecessore di avere pronta la nomina a Ministro per Lula e quindi, l’immunità, “qualora dovesse servirgli”, diceva.