Allerta terrorismo a Bruxelles: rischio alto. Non è ancora finita

È ancora a 3, quasi il livello più alto, l’allerta terrorismo a Bruxelles dopo l’operazione di ieri a Forest, sobborgo della capitale belga dove quattro poliziotti, fra cui una donna, sono rimasti feriti a seguito di un’operazione in un appartamento.
Un uomo, un algerino di 35 anni, è rimasto ucciso. Altri sono in fuga. Nemmeno nella conferenza stampa organizzata questo mercoledì mattina le autorità hanno rivelato molto delle indagini che sono ancora in corso.
Fra gli agenti feriti uno pare versi in gravi condizioni, ma tutto sommato le cose avrebbero potuto essere peggiori. L’evolversi dell’operazione in rue de Dries ha però riportato a galla le critiche alla politica antiterrorista belga e alla sua mancanza di coordinazione. Un sistema di intelligence bizantino, con la polizia investigativa divisa in sei diversi corpi ognuno dei quali ha la propria rappresentanza nei diciannove distretti dell’area metropolitana di Bruxelles.
L’operazione in rue de Dries sembra fosse quasi una semplice routine ed è stato per questo che la risposta delle persone asserragliate nell’appartamento ha preso di sorpresa la polizia. Il primo a cadere è stato l’agente che con l’ariete ha sfondato la porta, accolto da colpi di Kalashnikov.
Molti brusselesi hanno dovuto restare ore chiusi in casa. Bambini e studenti prigionieri nelle scuole. Cittadini bloccati negli autobus, in strada. E sembra non sia ancora finita.
Per questo il premier Charles Michel ha spiegato e giustificato il prolungamento dello stato di emergenza a questo livello.
Dichiarazioni che però non sembra abbiano rasserenato troppo la popolazione. Le autorità si sono affrettate a smentire che il corpo ritrovato in rue du Dries fosse quello di Salah Abdeslam, il grande latitante degli attacchi di Parigi.