Si respira una calma irreale in alcuni angoli della Siria dove è entrato in vigore il cessate il fuoco, negoziato da Stati Uniti e Russia. Come a
Si respira una calma irreale in alcuni angoli della Siria dove è entrato in vigore il cessate il fuoco, negoziato da Stati Uniti e Russia.
Come a Homs, terza città per importanza nel paese, diventata campo di battaglia dall’inizio della rivolta contro il regime, nel 2011, tra forze ribelli ed esercito regolare di Bashar al-Assad.
“È una benedizione che venga fermato questo bagno di sangue – dice un abitante di Homs – Questo è paese è nostro. Siamo distrutti. Viene versato il sangue dei nostri figli. Dei nostri bambini, delle nostre donne. Abbiamo perso completamente il controllo..come è potuto succedere?”.
Sul campo è però la vita quotidiana a ricordare che la tregua è fragilissima.
Già stamane c‘è stata l’esplosione di un’autobomba nella provincia di Hama, controllata dalle forze govenative. La deflagrazione ha ucciso due persone. Diversi i feriti.
Incidenti che l’Onu ha detto di attendersi, come conferma l’inviato speciale per la Siria Staffan de Mistura: “Ci sono forti probabilità che ci siano alcune violazioni, come regolamenti di conti e tensioni. Ma la cosa importante e che resta da capire è se riusciamo a contenere gli incidenti e a tenere la situazione sotto controllo. Questa sarà la prova importante sul terreno”.
Mentre l’aviazione russa ha confermato di aver sospeso i raids aerei in Siria, resta l’allerta nell’ampia fascia del territorio controllata dall’Isil e da Al-Nusra, milizie escluse dal cessate il fuoco.