Un jihadista l'aveva convinta a raggiungere lo Stato islamico
“In Svezia abbiamo tutto, in Iraq non c‘è nulla”. Sono le prime parole da donna libera di Marlin Stivani Nivarlain, una giovane 16enne svedese che nel 2015 ha seguito il suo ragazzo in Siria e poi a Mosul, roccaforte dei seguaci dell’Isil. È stata “messa in salvo” dalle forze curdo-irachene nel nord dell’Iraq, in circostanze misteriose, e portata ad Erbil.
“All’inizio stavamo bene insieme, ma poi lui ha iniziato a guardare i video dell’Isil e a parlare di loro. Io non so nulla dell’Islam, dell’Isil e delle altre cose. Non sapevo cosa volesse dire – sostiene la giovane cittadine svedese – Poi mi ha detto che voleva andare nello Stato islamico e gli ho detto, ‘OK, non c‘è problema’ perché non sapevo cosa significasse Isil, Islam. Niente di tutto questo”.
Marlin sarebbe riuscita a chiamare la madre per chiedere aiuto. Il quotidiano di Boras, la cittadina da dove proviene la ragazza, non esclude che sia stata liberata dopo il pagamento di un riscatto e dovrebbe rientrare in Svezia nelle prossime ore.