Passano soltanto gli aiuti umanitari dal varco turco di Oncupinar, ancora chiuso ai rifugiati, ammassati nel campo di Bab al Salam, in territorio
Passano soltanto gli aiuti umanitari dal varco turco di Oncupinar, ancora chiuso ai rifugiati, ammassati nel campo di Bab al Salam, in territorio siriano, alla vigilia della riunione internazionale sulla Siria. Sono circa 35.000, fuggiti dall’offensiva siriano-russa su Aleppo.
#migrants near Oncupinar crossing gate #Turkey#Syria#AFP Photo by
Kilicbil</a> <a href="https://t.co/f5TmWbcuSF">pic.twitter.com/f5TmWbcuSF</a></p>— Aurelia BAILLY (
AureliaBAILLY) 9 Février 2016
Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha definito “ipocriti” gli appelli ad aprire la frontiera, perché allo stesso tempo non viene detto alla Russia di “smettere di bombardare”. Per la Turchia la priorità è aiutare i siriani sul loro territorio. Ankara afferma di ospitare oltre due milioni e mezzo di rifugiati e di aver speso già oltre 20 miliardi di euro per l’accoglienza.
Oltre confine le gravi condizioni di chi fugge: “I bambini hanno avuto la diarrea e il vomito a causa del freddo”, racconta una donna. “Non abbiamo bagni né carta igienica. Ci dicono di andare da quella parte, da quell’altra, sono rifugiati anche loro, che Dio li aiuti. Ma a chi possiamo rivolgerci? Finora abbiamo passato otto giorni per strada”.
La situazione umanitaria è strettamente legata a una soluzione politica di cui giovedì discute a Monaco di Baviera il gruppo internazionale sulla Siria che comprende una ventina di Paesi, fra i quali anche Russia e Iran.