Il giorno dopo la morte di due studenti francesi e uno sciatore ucraino, travolti da una valanga mentre facevano fuoripista, sui media francesi
Il giorno dopo la morte di due studenti francesi e uno sciatore ucraino, travolti da una valanga mentre facevano fuoripista, sui media francesi fioccano rinnovati inviti alla prudenza, gli specialisti spiegano quanto siano imprevedili i distacchi di masse nevose, e soprattutto ci si chiede perché la scolaresca abbia affrontato una pista nera che era stata chiusa e con un rischio vaslanghe a tre, cioè molto alto.
“È una questione di libertà individuale, di responsabilità di ciascuno, non sono certo che si possa controllare tutto”, dice il direttore del resort. “A volte – aggiunge – faccio il paragone con la velocità sulle strade: i limiti vengono imposti, ma c‘è comunque chi va a 180, sull’autostrada”.
La comitiva era costituita da una classe scolastica, ma erano ragazzi già esperti sugli sci, accompagnati dal loro insegnante.
In montagna non è facile valutare il rischio, e per questo è ancora più importante seguire le indicazioni, spiegano oggi, ma lo spiegano da sempre, le guide alpine e i maestri di sci.
“Il cielo era azzurro, il che dà voglia di sciare. Ma a volte è un po’ il contrario del mare: quando il mare è in tempesta fa paura, mentre la montagna quand‘è bianca e fa bel tempo ha un aspetto rassicurante, e però il pericolo è lì”.
Dell’incidente a Les Deux Alpes si parla molto, tra i turisti. Chi ha prenotato forse ci ripensa, visto che il rischio valanghe oggi è ancora più elevato, a 4 su 5.
Questo turista britannico però si dice tranquillo:
“Se vai su una pista che è stata chiusa, sfortunatamente quelli sono i rischi, no? Ma se vai sulle piste aperte, penso che non ci sia nessun pericolo”.
L’insegnante che accompagnava la comitiva, e che stando alle testimonianze avrebbe preso la decisione di portare i ragazzi sulla Bellecombe nonostante la chiusura e l’alto rischio -valanga, è ferito. Dopo un primo interrogatorio, è ora in stato di fermo. L’inchiesta è per omicidio colposo.