Anche i ricchi piangono. Con il crollo del prezzo del petrolio, sceso sotto i 37 dollari al barile, contro i 56 dello scorso gennaio si svuotano
Anche i ricchi piangono. Con il crollo del prezzo del petrolio, sceso sotto i 37 dollari al barile, contro i 56 dello scorso gennaio si svuotano persino le casse dell’Arabia Saudita.
La monarchia del Golfo chiuderà l’anno con un deficit di 367 miliardi di riyal, poco meno di 80 miliardi di euro.
L’Arabia Saudita esporta 7 milioni di barili di petrolio al giorno e le vendite rappresentano il 90% delle entrate fiscali e il 40% del pil.
Il nuovo sovrano, re Salman, sul trono dallo scorso gennaio vuole diversificare le fonti di introito e ridurre la dipendenza dal petrolio. Intanto però si potrebbero richiedere sacrifici ai sudditi. Qualcosa di mai accaduto in passato.
Il 4 dicembre il consiglio dell’Opec, organizzazione che riunisce i principali Paesi esportatori, non è riuscita a raggiungere un accordo sul taglio dei livelli di produzione, come invece speravano i mercati. Tutto è rinviato al 2 giugno 2016.